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Deficit eccessivo: Londra nel mirino di Bruxelles

Deficit eccessivo: Londra nel mirino di Bruxelles

La commissione europea bacchetta la Gran Bretagna. Secondo Bruxelles, il Regno Unito si trova in una situazione di deficit eccessivo che non si puo’ qualificare come temporanea. Anche se Londra non fa parte della zona euro, deve rispettare i criteri del patto di stabilità. Ma negli ultimi anni, il deficit britannico ha superato la soglia critica del 3%, e le previsioni non sono rosee nemmeno per la gestione 2006/2007, dove il deficit raggiungerà il 3,25% del Pil. Con Londra, la metà dei paesi membri dell’Unione Europea violano i criteri del patto, sottolinea il commissario agli affari monetari, Joaquin Almunia: “Con l’ingresso della Gran Bretagna nel gruppo degli stati con deficit eccessivo, abbiamo 12 paesi non in regola, 6 sono nuovi stati membri, 6 sono vecchi stati membri, 5 fanno parte della zona euro” La commissione europea ha promosso solo i programmi dei paesi nordici, Finlandia, Svezia e Danimarca, rimandata invece l’Ungheria, che entro il primo settembre dovrà presentare un nuovo piano di convergenza. Il deficit ungherese è salito al 6,1% del Prodotto interno lordo nel 2005. Se ne discuterà nella riunione del 24 gennaio dei ministri dell’economia e delle finanze. I venticinque potrebbero aprire una procedura di infrazione contro la Gran Bretagna. Poiché non fa parte della zona euro, tuttavia, Londra non rischia sanzioni. http://credit-n.ru/offers-zaim/vashi-dengi-zaim.html http://credit-n.ru/offers-credit-card/ren-drive-365-credit-card.html

Ansia Stress, visitate la galleria

Secondo uno sudio dell’Università di Westminster di Londra, visitare una galleria  d’arte è un ottimo antidoto contro ansia e stress specialmente per chi ha un ritmo di vita troppo intenso. Angela Clow, docente di psicologia dell’Università di Westminster, ha condotto un esperimento su un gruppo di lavoratori della City, centro finanziario di Londra, che hanno trascorso un’ora nella Guildhall Art Gallery. Il risultato e’ stato sorprendente: il loro livello di stress – determinato dall’ormone cortisolo – e’ sceso del 45%.  Quindi cultura e salute vanno a braccietto

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Straw, non in programma intervento militare in Iran

Straw, non in programma intervento militare in Iran  

(Gentilmente tratto da Ticino Online)

LONDRA – La Gran Bretagna non prevede un intervento militare contro l’Iran e si impegna a risolvere la crisi tramite la diplomazia. È quanto ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri britannico Jack Straw annunciando che giovedì incontrerà i suoi collleghi di Francia e Germania e l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue Javier Solana per discutere un’eventuale deferimento di Teheran al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.   “Un’azione militare non è nei nostri programmi – ha affermato Straw – e non credo che sia nei programmi di nessun altro. Bisogna trovare una soluzione diplomatica e con altri strumenti non militari”. Il ministro si è detto preoccupato per la decisione di Teheran di riattivare le attività di ricerca e di sviluppo relative all’arricchimento dell’uranio. “Questa decisione costituisce una nuova violazione delle risoluzioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica, come pure dell’accordo di Parigi che l’Iran aveva firmato nel novembre del 2004 con il Regno Unito, Francia e Germania”, ha dichiarato Straw. ATS

 

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Appuntamento al buio, dove? a Londra al ristorante

Appuntamento al buio, dove?

a Londra al ristorante

Ristorante al buioSi chiamerà “Dans le Noir”, nell’oscurità appunto, il nuovo ristorante che il francese Edouard de Broglie, aprirà a Londra, il prossimo mese. I commensali saranno serviti da camerieri ciechi e mangeranno il loro pasto nell’oscurità.

L’esperimento lè già stato lanciato a Parigi con il suo primo ristorante al buio e de Broglie crede che sarà replicato. Secondo lui il buio è perfetto per gustare i piatti usando solo il palato. “Molte persone fanno grossi errori al buio, confondono il tonno e il vitello”, dice De Broglie…

Sembra interessante, non credete?

Attualmente l’imprenditore francese sta assumendo 10 ciechi come camerieri che porteranno i clienti nelle stanze scure e certo aumenteranno la consapevolezza dei commensali sulla disabilità. Una buona idea comunque mi permetto di sottolineare. http://credit-n.ru/offers-zaim/ezaem-zaim-online-za-15-minut.html http://credit-n.ru/kurs-cb.html

La Gran Bretagna sceglie i suoi simboli

La Gran Bretagna sceglie i suoi simboli

(Tratto dal quotidiano La Repubblica)

ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA – Quali sono i simboli nazionali di un paese? La Gran Bretagna di Tony Blair, sempre impegnata a modernizzare la propria immagine (e a sfruttare nuove formule di promozione turistica), ha provato a identificarli, chiedendo a una commissione di accademici, artisti e intellettuali di fornire un elenco ragionato. Pubblicata ieri da tutti i giornali del Regno Unito, la lista comprende simboli scontati, di cui era praticamente impossibile fare a meno, come la “cup of tea”, la classica tazza di tè degli inglesi (niente zucchero, un velo di latte, please), il “RouteMaster”, ovvero Signore della Strada, il caratteristico autobus rosso a due piani con un “muso” quasi umano (sebbene sia appena andato in pensione dopo cinquant’anni di onorato servizio, sostituito da un altro bus, sempre a due piani, sempre rosso, ma ad alta tecnologia e più confortevole), e le misteriose pietre di Stonehenge, il monumento dell’era preistorica forse più famoso del mondo. Poi un romanzo, “Alice nel paese delle meraviglie”, di Lewis Carroll, un celebre ritratto dell’epoca Tudor, quello di re Enrico VIII, una canzone, “Jerusalem”, che a dispetto del nome è l’inno patriottico più amato dagli inglesi, cantata a squarciagola dal pubblico a ogni stagione all’ultima serata dei “prom”, i concerti popolari in cui l’uditorio partecipa alla musica (le liriche, basate su una poesia di William Blake, sono ispirate dalle leggenda secondo cui Gesù accompagnò Giuseppe di Arimatea a Glastonbury). E ancora: la FA Cup, versione inglese della nostra Coppa Italia di calcio (ma qui importante quanto, se non più, della corsa per lo scudetto di Premier League); un aereo, lo Spitfire, icona dell’Inghilterra nella guerra mondiale; una nave, la Ss Empire Windbrush, su cui nel 1948 gli immigrati dai Caraibi approdarono al cuore dell’Impero britannico (oggi ancorata come museo galleggiante a Tribury, nell’Essex. L’elenco dei “magnifici dodici” simboli nazionali si conclude con un antico documento ancora in uso, la “King James Bible”, la più nota traduzione della Bibbia in inglese, cominciata nel 1604 da un concilio di vescovi nel palazzo reale di re Giacomo ad Hampton Court, con una scultura d’arte moderna, “Angel of the North”, inaugurata nel 1998, vista da almeno novantamila persone al giorno, molte delle quali, in verità, la vedono solo perché gli passano davanti in automobile o in treno, all’ingresso della città di Tyneside, e con una popolarissima trasmissione di marionette televisive, il “Punch and Judy Show”. Si tratta, premette il governo britannico, di una lista parziale e provvisoria, che i suggerimenti dell’opinione pubblica dovranno completare. E i suggerimenti non si sono fatti attendere: vari quotidiani e commentatori televisivi hanno già contestato alcune delle scelte, o comunque proposto di aggiungere altri simboli. Come dimenticare, per esempio, il Big Ben o il “checker”, il caratteristico e comodissimo taxi nero dalla forma che ricorda vagamente un cappello a bombetta? Oppure il pub, o una pinta di birra “lager”, il “fish and chips”, l’elmetto del “bobby”, il poliziotto senz’armi, i Beatles, il torneo di tennis di Wimbledon, la minigonna inventata da Mary Quant a Carnaby Street negli anni Sessanta, la Mini Cooper, nella versione originale o in quella reinventata di recente, la cattedrale di St. Paul, la ruota panoramica del “London Eye” sul tamigi. Qualcuno suggerisce perfino la pioggia. Risultato: sui media e per strada, almeno per un po’, non si parla d’altro, tutti a discutere dei simboli e dell’identità nazionale della Gran Bretagna. Che era probabilmente uno degli obiettivi di Tony Blair. (9 gennaio 2006) http://credit-n.ru/microzaymi-blog-single.html http://credit-n.ru/offers-zaim/zaym-na-kartu_migcredit.html

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