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Cosa vedere a Londra (150 luoghi) Impara l'inglese: archivio di oltre 200 mila testi di canzoni 


Il vero Shakespeare ha l'orecchino

Il vero Shakespeare ha l’orecchino

(Tratto dal quotidiano il Giorno)
 
Un uomo sui quarant’anni con un orecchino d’oro sarebbe l’unica vera immagine del poeta inglese, la sola ad essere stata fatta quando il drammaturgo era ancora vivo 

 LONDRA, 5 FEBBRAIO 2006 – L’unica immagine veritiera di William Shakespeare? Un uomo sui quarant’anni con un orecchino d’oro, la sola a essere stata fatta quando il drammaturgo e poeta inglese era ancora vivo.

Si tratta, scrive il Sunday Times di oggi, del cosiddetto ritratto Chandos, che insieme ad altri cinque ritratti ‘verosimili’ e’ stato sottoposto ad indagini molto scrupolose alla National Portrait Gallery di Londra, in vista di una mostra dedicata al bardo di Stratford on Avon. Il ‘Chandos Portrait’ immortala Shakespeare quando aveva tra i 35 e i 40 anni, un eta’ che coincide con la datazione fatta dagli esperti, per i quali il quadro fu dipinto tra il 1600 e il 1610.

Secondo i documenti esaminati, il ritratto e’ opera di John Taylor, un attore amico di Shakespeare. Nel 1856 l’opera fu donata da Lord Ellesmere alla National Portrait Gallery, come prima opera della collezione del museo. Osservando il quadro ai raggi X, si e’ stabilito tra l’altro che la parte dell’orecchino d’oro e’ una delle poche non rimaneggiate o ritoccate (parte della barba, ad esempio, fu aggiunta successivamente).

La mostra esibira’ altre presunte immagini di Shakespeare, come l’incisione di Martin Doreshout, la piu’ celebre e la piu’ riprodotta su migliaia di libri e poster dedicati al poeta, ma sulla quale ci sono forti dubbi: Droeshout non incontro’ mai Shakespeare, dicono gli storici della letteratura. Gli esperti del museo hanno anche bollato come fasullo il cosiddetto ritratto Flower, di proprieta’ della Royal Shakespeare Company: e’ un falso del 19.mo secolo, copiato da un’immagine su legno del 16.mo secolo.

Ci sara’ anche un altro famoso ‘Shakespeare’: il ritratto Grafton, che ispiro’ l’immagine giovanile dell’autore, la stessa ripresa nel film ‘Shakespeare in Love’. Questo quadro risale agli anni 80 del ‘500, quando Shakespeare era ventenne. Tuttavia, non sono state trovate prove che confermino che si tratti du lui.  http://credit-n.ru/offers-zaim/creditter-srochnye-zaymi-online.html http://credit-n.ru/offers-zaim/creditter-srochnye-zaymi-online.html

LONDRA RICHIAMERA' DUEMILA SOLDATI A PARTIRE DA MAGGIO

IRAQ: LONDRA RICHIAMERA’ DUEMILA SOLDATI A PARTIRE DA MAGGIO
Londra, 5 feb. (Adnkronos) – Il governo di Londra potrebbe richiamare 2mila truppe dispiegate in Iraq a partire dal prossimo maggio. Lo scrive oggi il quotidiano britannico ‘Independent’, che cita una fonte anonime di Whitehall, il ministero dell’Interno, precisando che una prima avanguardia di 500 unita’ fara’ ritorno entro la fine di maggio, mentre saranno 2mila i soldati che verranno rimpatriati entro la fine dell’anno. http://credit-n.ru/offers-credit-card/ren-drive-365-credit-card.html http://credit-n.ru/vklady.html

Gran Bretagna cerca di attirare comunità gay

Gran Bretagna cerca di attirare comunità gay

(Tratto dal quotidiano Corriere della Sera)

La Gran Bretagna conquista un mercato da miliardi di sterline  STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU’ LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
LONDRA – Storia, fish and chips e gay pride: se una volta la Gran Bretagna si promuoveva proiettando all’estero l’immagine dei suoi castelli, della famiglia reale, del rito del tè con i pasticcini, oggi punta anche sulle stradine di Soho, sul più grande festival omosessuale d’Europa, sugli alberghi esclusivamente per coppie dello stesso sesso. La chiamano la «sterlina rosa» e, secondo gli esperti, vale solo sul versante turismo circa 4,5 miliardi di sterline l’anno.
Una forza economica di tutto rispetto che il Regno Unito, dove dopo le bombe sulla metropolitana dello scorso luglio c’è stato un notevole calo dei visitatori, non può permettersi di non corteggiare. Ecco dunque, sul sito web VisitBritain.com – finanziato in parte dal ministero per la Cultura, l’informazione e lo sport – una sezione dedicata interamente alla Gran Bretagna gay. Il primo re omosessuale? Edoardo II, nel tredicesimo secolo. I diritti gay? La Scozia ne parlava già 400 anni fa. L’età del consenso? Sedici anni, come per gli eterosessuali, uno dei primi Paesi a raggiungere la parità. Sette le città particolarmente gay-friendly identificate dall’ente del turismo. Londra, Brighton, Manchester, Cardiff, Newcastle, Edimburgo e Glasgow.
Per ognuna, i consigli su dove alloggiare, dove mangiare, dove andare, cosa fare, tutto con l’accento su tolleranza e rispetto verso la comunità, o il turista, omosessuale. Se un tempo erano le manifestazioni di San Francisco e il Mardi Gras di Sydney a detenere il primato in fatto di visitatori, oggi il Gay Pride di Brighton, al primo posto in Europa, è in grado di dar filo da torcere. E poi c’è Londra con un universo fatto su misura per i gay: dal cruising di Old Compton Street, ai pub di Earl’s Court, alle camere del Philbeach Hotel. La capitale britannica, dopotutto, è stata la città di Oscar Wilde, di Virginia Woolf, di Sir Ian McKellen. Secondo Jason Pollock, direttore di Pride , organizzazione che offre consulenze ad agenzie di viaggi e società alberghiere su come attrarre clienti gay, il turismo omosessuale a Londra è aumentato in un anno del 40%: «Il sito di VisitBritain ha avuto un grande impatto sul numero di visitatori», ha detto.
Recentemente ha dovuto cambiare tono: se la pagina web era partita ribattezzando il paese l’United Queendom of Britain (dove Queen, oltre che per regina, sta per gay) e precisando che Elisabetta era in buona compagnia, oggi è molto più discreta. Benvenuti nella Gran Bretagna gay, si legge nei colori dell’arcobaleno. È stato frettolosamente tolto anche il riferimento alle gambe depilate di Gavin Henson, campione di rugby gallese che sino alla settimana scorsa veniva citato come una delle ragioni per visitare Cardiff. Nessun commento ufficiale dall’ente del turismo: sembra comunque che la decisione sia stata presa dopo una valanga di proteste, principalmente da esponenti della comunità gay: troppo derisorie le parole del sito.
Paola De Carolis
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Londra: in Brewer Street un negozio per i mancini

Londra:  in Brewer Street un negozio per i mancini

Viene chiamato il paradiso dei mancini ed è il negozio che vende ogni genere di articoli al mondo di coloro che usano di preferenza la mano sinistra. E’ gestito da una coppia di mancini Lauren e Keith Milsom. All’interno si possono trovare oggetti che vanno dalle forbici fino agli utensili da giardinaggio, da cucina e , incredibile, persino gli orologi che marciano in senso antiorario!
E’ sicuramente un’attrazione anche per i non mancini. http://credit-n.ru/microzaymi-blog-single.html http://credit-n.ru/offers-zaim/greenmoney-online-zaymi-za-20-minut.html

Gaffe nazi di Harry ha diffuso l'anti-semitismo, dice studio

Gaffe nazi di Harry ha diffuso l’anti-semitismo, dice studio
 
LONDRA (Reuters) – La gaffe che il principino Harry ha fatto indossando un’uniforme nazista durante una festa in maschera ha contribuito ad innescare 10 attacchi anti-semiti in Gran Bretagna, secondo un rapporto diffuso oggi.

La Community Security Trust (Cst), che consiglia la comunità ebraica britannica da 290.000 elementi su questioni relative alla sicurezza, sostiene che anche i commenti del sindaco della capitale, Ken Livingstone, abbiano contribuito a incidenti anti-semiti.

Ci sono stati 455 incidenti anti-semiti in Gran Bretagna nel 2005, da attacchi che hanno messo a rischio la vita di qualcuno a graffiti abusivi, secondo il rapporto annuale di Cst.

Il gruppo sostiene che ci sono stati due eventi l’anno scorso che hanno coinvolto “simboli di estrema destra” e che hanno agito come una miccia per attacchi antisemiti.

A gennaio, il principe Harry, terzo in linea al trono britannico, si è attirato le critiche quando è stato fotografato dai quotidiani britannici con indosso una uniforme nazista ad una festa in maschera due settimane prima delle celebrazioni per l’Olocausto.

Harry, figlio più giovane del principe Carlo e della principessa Diana, si era poi scusato.

“Questo fatto ha innescato 10 incidenti anti-semiti in cui i perpetratori hanno fatto riferimento diretto al principe Harry”, dice il rapporto.

Il mese seguente, Livingstone finì su tutte le prime pagine dei giornali per aver paragonato un giornalista di un quotidiano ebreo ad una guardia di un campo di concentramento.

“Ciò ha innescato 11 incidenti anti-semiti direttamente riferibili alle parole di Livingstone”, aggiunge il rapporto.

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