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Londra, nessuna incriminazione per Kate Moss dopo accuse cocaina

Londra, nessuna incriminazione per Kate Moss dopo accuse cocaina
 
  
LONDRA (Reuters) – La top model britannica Kate Moss non sarà incriminata per aver assunto droga illegale in uno studio di registrazione di Londra l’anno scorso. Lo ha reso noto oggi il Servizio di Procura della Corona (Cps).

La 32enne è stata interrogata, ma non arrestata dalla polizia dopo che a settembre dell’anno scorso il tabloid Daily mirror aveva pubblicato le foto della Moss in apparentemente sniffava cocaina.

Il Cps ha detto di aver concluso che non c’è non ci sono prove sufficienti tali da prospettare un’incriminazione per la modella.

L’analisi delle immagini limitano la sostanza usata a una delle tre droghe — cocaina, ecstasy o anfetamina — ma Barclay ha detto che questo non è suffciente per accusare la modella, dato che ogni tipo di droga appartiene a categorie di controllo legale diverse.

“Per ottenere una condanna in questo caso la legge stabilisce che la procura deve provare oltre ogni ragionevole dubbio la categoria legale a cui appartiene la sostanza di cui si è fatto uso”.

Moss è volata all’estero poco dopo la pubblicazione delle foto sul tabloid e ha passato un po’ di tempo negli Stati Uniti, dove ha frequentato una clinica di recupero per tossicodipendenti, e in Francia, prima di tornare in Gran Bretagna.

Lo scandalo ha spinto la casa di moda britannica Burberry e quella svedese Hennes and Mauritz (H&M) ad interrompere i vincoli contrattuali con Moss, una delle facce più famose nel mondo della moda.

Anche la francese Chanel ha annunciato che non rinnoverà il contratto a Moss, una volta che sarà scaduto.

Moss non ha mai confessato di prendere droghe illegali, sebbene abbia presentato un comunicato in cui si scusava con i suoi amici e la sua famiglia per il comportamento tenuto che “si rifletteva malamente” anche su di loro.

Moss è uno dei soggetti preferiti dai giornali britannici, che ha seguito da vicino al sua relazione altalenate con l’inquieto cantante rock britannico Pete Doherty.

Doherty era stato giudicato colpevole all’inizio dell’anno per possesso di cocaina ed eroina.
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Paul Weller, quando lo stile sale sul palco

Paul Weller, quando lo stile sale sul palco 

di Alberto Castelli

in http://kwmusica,kataweb.it

Ci sono concerti durante i quali sia l’artista sia il pubblico sentono che sta accadendo qualcosa di particolare. E’ una sensazione che regala energia. Chi è sul palco acquista progressivamente sicurezza e si lascia andare. Chi è in platea riconosce all’istante le canzoni e in qualche modo le rende ancora più belle. Una cosa è certa: tutti sanno che quella sera si trovano al posto giusto, nel momento giusto. E sono momenti particolari: arrivano e sfumano con la stessa velocità. Soprattutto, sono momenti preziosi. Difficili dimenticarli.

Quando lo scorso 5 dicembre Paul Weller e il suo gruppo sono saliti sul palco dell’Alexandra Palace di Londra, probabilmente nel giro di pochi minuti devono aver avvertito che quella non era una sera come tutte le altre. Catch Flame!, il doppio CD disponibile da venerdì in Italia e da oggi in Europa, che racconta in presa diretta quell’esibizione, lo testimonia in maniera eloquente. A voce alta. Le 23 canzoni che contiene compongono il ritratto di un magnifico “quasi – cinquantenne”, Weller è nato infatti nel 1958 a Woking, nel Surrey, un piccolo centro nel mezzo del nulla della provincia inglese. Quello che oggi si definisce solo e semplicemente “un vecchio mod” è passato, nel corso di una carriera lunga quasi 3 decenni, attraverso stagioni durante le quali si è ritrovato al centro della scena e di un periodo molto più grigio e difficile.

Dal 1977 al 1982 è stato il leader dei Jam, gruppo sciolto all’apice del successo, perché è meglio, molto meglio, finire come i Beatles piuttosto che rischiare di diventare come i Rolling Stones. Poi ha formato gli Style Council, allontanandosi dalla retorica di un certo rock per avvicinarsi all’immediatezza della black music, e nel 1990 – quando si è ritrovato senza contratto discografico e soprattutto senza più il sostegno del pubblico – ha trovato la forza per ricominciare tutto da capo. Ha intrapreso la carriera solista, segnata da lavori particolarmente riusciti quali Wild Wood

1993), Stanley Road (1995) e il recente As Is Now (2005).

Weller è cresciuto ascoltando i Beatles, il soul della Stax e della Motown, le canzoni degli Who, dei Kinks e degli Small Faces ed è poi diventato un punto di riferimento per la nuova generazione del pop britannico, a cominciare dai rissosi fratelli Gallagher. Le canzoni di Catch Flame!, interpretate in maniera vibrante e appassionata, ripercorrono la sua storia. I giorni dei Jam riemergono con In The Crowd, That’s Entertainment e la trascinante A Town Called Malice, quelli degli Style Council con Long Hot Summer (bellissima soul ballad) e la coinvolgente Shout To The Top. Gli anni della rinascita sono documentati da brani quali Wild Wood (cantata insieme al pubblico), The Changing Man e You Do Something To Me.

A colpire è la compattezza del suono, la forza emotiva della voce di Weller, la maestria dei musicisti che l’accompagnano e naturalmente la qualità del suo repertorio. Come tutti gli artisti che raggiungono la completa maturità, Paul Weller toglie e non aggiunge. Del resto, come si dice proprio in Inghilterra, “less is more”. Così, dosa magistralmente controllo e passione. All’improvviso, si lancia in lunghi dialoghi con la sua band, per poi scegliere “moods” più sfumati e appena accennati. Ci piace immaginare il pubblico di quella sera: da un lato chi nel 1977 trovò nel punk e nei Jam tutto quello che cercava e immaginava, dall’altro chi ha conosciuto questo vecchio mod solo negli ultimi anni. Il coro che risponde ai versi di That’s Entertainment attraversa e unisce queste generazioni. Anche questo è un momento particolare. Impossibile dimenticarlo.

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Reality sacri

Reality sacri: nel nome del Padre, del Figlio e del Grande Fratello
Tratto da http://format.blogosfere.it
 

 Ecco tutti i reality show approvati dalle autorità ecclesiastiche.

Nel post “Reality Vaticani: l’isola dei compagnucci della parrocchietta”, ripreso anche da Libero, avevo riferito dei progetti della tv cattolica italiana per convertire al sacro il genere televisivo più profano.

Il magazine Zenit ci informa adesso che la produzione di reality “spirituali” è già molto copiosa nei paesi anglosassoni.

Ed illustra i vari programmi uno per uno in un interessante report del 10 giugno tratto da alcuni quotidiani britannici delle settimane precedenti.

“L’articolo dell’Observer (del 26 aprile, ndr) commenta anche la recente premiazione annuale per i programmi televisivi religiosi, che si è svolta a Lambeth Palace, sede dell’Arcivescovado anglicano di Canterbury…Il reality show ‘The Monastery’ di 5 uomini che hanno trascorso 40 giorni in un convento ha vinto un premio di merito. Questo programma ha registrato un’audience di 2,5 milioni di telespettatori e se ne prevede un seguito…”

“Il 22 maggio, un altro quotidiano britannico, l’Independent, ha evidenziato la popolarità dei programmi religiosi tipo i reality show. A giugno la BBC2 trasmetterà ‘The Convent’, in cui si seguirà la vita di 4 donne che trascorreranno 6 settimane in una comunità di suore”.

“Sempre a giugno, Channel 4 trasmetterà ‘Six Feet Under: The Muslim Way’, su un’attività di onoranze funebri musulmana con sede a Londra”.

“Secondo l’Independent, per attirare l’attenzione delle giovani generazioni, la religione deve essere presentata anche nella forma dell’intrattenimento. E il profilo di interesse umano tipico dei reality show è un modo per fare ciò”.

“Anche negli Stati Uniti sta decollando il format dei reality show con contenuto religioso. La Domenica di Pasqua è iniziata una serie in 5 parti, intitolata ‘God or the Girl’, trasmessa dalla A&E Television, in cui i quattro protagonisti dovevano decidere se entrare in seminario o scegliere il matrimonio”.

“È in preparazione anche una versione per gli Stati Uniti di ‘The Monastery’. Divisa in 10 parti, essa dovrebbe andare in onda questo autunno su Learning Channel. Cinque uomini e cinque donne, provenienti da diverse estrazioni vengono ripresi mentre trascorrono 40 giorni in un monastero, come riferito dal Boston Globe l’11 aprile”.

“Gli uomini sono stati nel Monastery of Christ, a nord di Santa Fe, New Mexico, dai primi di febbraio a metà marzo. Le donne invece nell’abbazia di Nostra Signora del Mississippi, in una fattoria nei pressi di Dubuque, Iowa, da dicembre ai primi di febbraio”. <>, ha spiegato il produttore Sarah Woodford”.
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LONDRA:CONDANNATO ALL'ERGASTOLO PER ABUSO SU BIMBA DI 3 ANNI

LONDRA:CONDANNATO ALL’ERGASTOLO PER ABUSO SU BIMBA DI 3 ANNI 

http://antenna3.it
 
Un 24 enne è stato condannato all’ergastolo in Inghilterra per avere abusato sessualmente di una bambina di 3 anni, dopo averla rapita mentre la madre era distatta al telfono.
 
Un uomo pregiudicato per aver commesso molestie sessuali su un  minore, è stato condannato oggi all’ergastolo per avere rapito e abusato sessualmente di una bambina di 3 anni. Craig Sweeney, 24 anni, aveva prelevato lo scorso 2 gennaio la piccola dalla casa della sua famiglia a Cardiff,in Inghilterra, approfittando della distrazione della madre che in quel momento era al telefono. Aveva portato la bimba nel suo appartemento a Newport abusando di lei riprtutamente. Il pedofilo si è riconosciuto colpevole di tutte le accuse dinnanzi ai giudici del tribunale di Cardiff.
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Misterioso ricovero a Londra per Jonathan davis

Misterioso ricovero a Londra per Jonathan Davis

http://mtv.it 

Spavento per Jonathan Davis dei Korn.
Il frontman della band nu-metal è stato ricoverato d’urgenza in un ospedale londinese, mentre la band si trovava in UK per partecipare al Download Festival.
Non è ancora chiaro quali siano i motivi che hanno costretto Davis al ricovero; su questo particolare il management dei Korn ha preferito mantenere il silenzio assoluto.
Quello che è certo è che la data al Download Festival, che avrebbe dovuto tenersi ieri, è saltata.

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