Articoli su Londra

Alloggio a Londra Informazioni Corsi di inglese Lavoro Hotel e Ostelli in tutto il mondo Viamundis 

Cosa vedere a Londra (150 luoghi) Impara l'inglese: archivio di oltre 200 mila testi di canzoni 


G.B.: Microspie a Clarence House, arrestato cronista del 'SUN'

G.B.: MICROSPIE A CLARENCE HOUSE, ARRESTATO CRONISTA “SUN”

http://repubblica.it

Lo scandalo delle intercettazioni approda oltre Manica: tre uomini, tra i quali un giornalista, sono stati arrestati con il sospetto di aver intercettato le telefonate di Clarence House, la residenza del Principe Carlo. In manette e’ finito anche Clive Goodman, un cronista specializzato in mondanita’ del tabloid News of the World, il domenicale di “The Sun”. Sono stati proprio gli uomini dello staff alle dipendenze dell’erede al trono britannico, nel dicembre scorso, ad allertare le autorita’ dopo aver individuato alcune irregolarita’ nelle linee telefoniche. I primi ad insospettirsi sono stati il responsabile comunicazioni del Principe Carlo e due impiegati alle dipendenze dei principini, William ed Harry. Il dipartimento a protezione della Famiglia Reale di Scotland Yard ha ricevuto la denuncia lo scorso dicembre e poi ha trasferito il caso alla brigata anti-terrorismo. Gli arrestati sono tre uomini (rispettivamente di 35, 48 e 50 anni); uno di loro e’ stato rilasciato su cauzione. Adesso l’inchiesta si e’ allargata, per capire se oltre a Clarence House fossero spiate le linee telefoniche anche di altri personaggi pubblici. Secondo la Bbc, gli agenti che hanno lavorato fianco a fianco con le aziende telefoniche per quattro mesi hanno scoperto che tra i numeri cellulari coinvolti c’erano non solo quelli di altri membri della Famiglia Reale, ma anche di politici e celebrita’. Le autorita’ hanno ispezionato le abitazioni di due dei sospettati e gli uffici a Wapping (Londra) del gruppo News International, l’azienda editoriale del tabloid coinvolto, proprieta’ del magnate australiano dei media, Rupert Murdoch. Clarence House non ha voluto commentare gli arresti.

  http://credit-n.ru/offers-zaim/vashi-dengi-zaim.html http://credit-n.ru/zaymyi.html

Infradito sarebbero dannose per la salute

Infradito sarebbero dannosi per la salute 

http://lanci.it

Indossare gli infradito porterebbe a dolori alle giunture, distorsioni alle anche e perfino a mettere a rischio gli stinchi.
Mike O’Neill chirurgo al Princess Margaret Hospital in Windsor, esperto di danni da infradito, li ha infatti definiti “pericolosi”.
“Camminare con scarpe piatte affatica molto i muscoli del polpaccio” ha detto. Si sforzano soprattutto i tendini di achille e di riflesso tutta la gamba. I dolori si farebbero sentire già dopo sole due settimane di uso delle calzature. “La stringa fra le dita del piede non offre nessun supporto” ha aggiunto O’Neill.
I medici raccomandano di usare gli infradito sulla spiaggia ma di sostituirli, in altri luoghi, con scarpe chiuse o con lacci. Si stima che 55.100 uomini e donne inglesi siano finiti in ospedale per danni indotti dalle infradito.
Barry Francis, chirurgo dell’Harley Street Clinic di Londra, riferisce di aver ricevuto anche sei pazienti in una sola settimana a causa di quelle scarpe. “Il problema è l’uso eccessivo” ha detto “quando le persone le indossano di continuo sottopongono anche le dita del piede a uno stress notevole”.
Un portavoce della Royal Society for the Prevention of Accidents ha richiamato i cittadini ad indossare, nonostante l’estate e il fascino di certe scarpe, delle calzature adeguate ai loro movimenti e ai luoghi in cui si recano.  http://credit-n.ru/trips.html http://credit-n.ru/offers-zaim/migcredit-dengi-v-dolg.html

La prova della vita su Marte? E' a Londra

La prova della vita su Marte? E’ a Londra

http://kappero.com

Sono state rinvenute tracce di carbonio in un meteorite di origine marziana 
Una sottilissima pellicola ricca di sostanze organiche scoperta all’interno di alcune fratture di un meteorite marziano, rilancia l’idea che sul Pianeta rosso un tempo vi sia stata la vita.

Il materiale assomiglia enormemente a quello che si trova nelle fratture di rocce vulcaniche che si formano sui fondali marini terrestri e che probabilmente vengono aperte dall’attività di particolari microbi.

Il meteorite oggetto della scoperta che potrebbe rivelarsi straordinaria, stava alloggiato da tempo nel Museo di Storia Naturale di Londra.

Tutti i processi che coinvolgono la vita sono basati sull’elemento carbonio. Riuscire a dimostrare che il carbonio presente nel meteorite marziano si è originato sul Pianeta rosso e non è un prodotto di contaminazione terrestre, sarebbe una scoperta fondamentale per dimostrare che anche su Marte vi fu vita. Secondo i ricercatori che hanno analizzato il meteorite il materiale carbonaceo trovato all’interno della roccia marizana non è di derivazione terrestre.

Le meteoriti marziane sono rocce estremamente rare. Si pensa che abbiano lasciato Marte in seguito all’impatto con un gigantesco asteroide in grado di sollevare rocce oltre l’atmosfera del Pianeta rosso. Poi, dopo un lungo viaggio interplanetario sono cadute sulla Terra. Le rocce possono essere rimaste nello spazio per milioni di anni prima di giungere sul nostro pianeta. Il meteorite, all’interno del quale sembrerebbero esserci testimonianze di una vita che fu, è piuttosto famoso. Si chiama “meteorite Nakhla”.

Era il 28 giugno 1911, quando alle 10:00 più di quaranta pietre caddero sulla terra ad Abu Hommos, presso Alessandria d’Egitto: la caduta era stata preceduta dall’apparizione di una nube e da parecchie detonazioni. Vennero avanzate tante ipotesi, poi si scoprì che il fenomeno era legato all’arrivo sulla Terra di un meteorite. Furono raccolti numerosi frammenti per un totale di circa 40 chilogrammi. Si disse che il meteorite colpì un cane e lo uccise, tuttavia nessuno è riuscito a dimostrare la notizia.
  http://credit-n.ru/offers-zaim/joymoney-srochnye-online-zaymi.html http://credit-n.ru/ipoteka.html

Clinical trial: sperimenta un siero, ora e' malato di cancro

Clinical trial: Sperimenta un siero, ora è malato di cancro 

http://ilgiornale.it
 
 
Cinque mesi fa era stato ricoverato insieme ad altri cinque volontari dopo la sperimentazione di un nuovo siero che aveva avuto pesanti conseguenze sulla loro salute. Ora gli è stato diagnosticato un tumore nella fase iniziale e ha raccontato la sua storia ad un giornale britannico. David Oackley, 35 anni, di Londra, afferma che i medici gli hanno diagnosticato una forma «aggressiva» di tumore.  «Ho molta paura – ha detto al Mail on Sunday – cerco di non abbattermi troppo pensando alla possibilità della chemioterapia o che potrei morire». Oackley, istruttore in una scuola guida di Londra, aveva avuto una reazione grave alla somministrazione di un nuovo farmaco, chiamato Tgn 1412 e studiato per il trattamento,  tra l’altro, della leucemia e dell’artrite reumatoide. Alla sperimentazione avevano preso parte otto volontari: a sei era stato somministrato il medicinale ed erano stati tutti ricoverati per pesanti conseguenze.
  http://credit-n.ru/offers-zaim/creditter-srochnye-zaymi-online.html http://credit-n.ru/offers-zaim/otlnal-microzaimi.html

TROVATO IN INGHILTERRA DOVE ERA FUGGITO DALLA SARDEGNA

TROVATO IN INGHILTERRA DOVE ERA FUGGITO DALLA SARDEGNA
«Non voglio l’eredità di mia madre»

http://lastampa.it

Il lavapiatti: quei milioni non mi interessano

LONDRA. Se è vero che le favole finiscono sempre bene, magari anche questa, alla fine, ci lascerà la sua buona morale, che la vita non è quel guazzabuglio di avvenimenti che sembra, che la fortuna non passa soltanto: qualche volta ti insegue.

Nella leggenda del lavapiatti miliardario, che ha ereditato una pioggia di quattrini senza saperlo, è successo pure questo, che lo cercassero i soldi e che lo cercassero tutti, nonostante gli anni che passano. Però, adesso che l’hanno trovato, non si capisce bene. Al «Mail on Sunday» che l’ha scovato a Reading nel Berkshire, in condizioni umilissime, ha detto: «Io non voglio quel denaro. Lo darò a qualcun altro.

Non amo le persone che mi hanno dato quell’eredità. Mia madre mi ha sempre dato problemi quando era viva, me li dà anche adesso che è morta. Non voglio quei soldi, resterò povero come adesso». L’avvocato diceva che «vedrete, fra poco sarà qua». Non starebbe bene, è malato, e sarebbe «molto scombussolato dall’idea».

Davvero? E’ un tipo strano, un uomo così buono. Il santo miliardario. Gli ha parlato? «No. Credo di essergli arrivato parecchio vicino. E so che quei soldi gli farebbero tanto comodo». E a chi no. Ma se le favole servono solo per essere raccontate, e se il mondo è quello che ci appare ogni tanto, questa confusione senza senso, di Angelo Giuseppe Piroddi resterà nient’altro che quella faccia pubblicata dal “Daily Express” e dal “Times”, con il suo barbone e gli occhiali a una tavolata di festa, e la sua storia incredibile, di chi ha perso la fortuna per sparire nell’anonimato. Sopra la foto c’è un titolo: “Quest’uomo vale un milione e mezzo di sterline”, che vuol dire 5 miliardi di vecchie lire.

E’ l’eredità che gli ha lasciato sua madre, morta il 24 luglio del 1998, dopo aver cercato disperatamente di riabbracciare per l’ultima volta il figlio ch’era scappato via da Barisardo, nel Nuorese, e che le aveva scritto una breve lettera: «Sto bene. Non cercarmi più». Quell’eredità lui non l’ha mai ritirata, e oggi due sue zie stanno cercando di portargliela via. Come c’è scritto sotto la foto del lavapiatti miliardario: «Se lo conoscete, dovete dirglielo. Lui non lo sa».

Che forse era vero, o forse no. Perché il mistero di questa vicenda sta tutto nell’inspiegabile scorrere dell’esistenza. E’ senza verità. Lo dimostra bene quel che è successo. Adesso che Angelo Giuseppe Piroddi rifiuta di essere miliardario, non c’è nessuno che lo conosca e anche quelli che dicono d’averlo incontrato, come la signora di Stafford che ha scritto a Richard Owen del «Times» per dire che gli aveva parlato, o come quella coppia di Porto Torres che ha raccontato di averlo ospitato 9 anni fa e che lui era diventato un barbone, avrebbero sbagliato tutti persona in realtà, anche se loro sono convinti di no. Angelo Giuseppe Piroddi, 46 anni, da Barisardo, sembrava davvero sparito nel nulla.

L’ultima lettera alla madre è del 1992: «Mi trovo a Londra. Sto bene, sono felice, faccio il lavapiatti. Certo, non è il mestiere più ambito del mondo, ma a me piace». Sua mamma cominciava già a star male, per un tumore, ma lui non lo sapeva. E non sapeva nemmeno che un anno prima era morto il padre, Livio Piroddi. Sua madre, Anselma Chiai, sarebbe mancata qualche tempo dopo, il 24 luglio del 1998, a 66 anni, uccisa dal cancro.

Quattro anni e mezzo prima, il 12 dicembre del ‘93, aveva scritto il testamento, nominando come unico erede il figlio Angelo Giuseppe e sottolineando a chiare lettere: «Non voglio nel modo più assoluto che alcuno dei miei beni vada alle mie sorelle e ai loro congiunti, né a mia madre». Le ultime volontà erano state affidate all’avvocato del foro di Lanusei, Giancarlo Piroddi, solo omonimo, nessun grado di parentela con la famiglia.

Il legale accettò. Però, quel testamento è rimasto lettera morta in tutto questo tempo. Angelo era andato via dall’Italia nel 1989, in cerca di fortuna. E adesso nessuno sapeva più niente di lui. «Voleva conoscere altri Paesi e fuggire da una realtà che gli stava stretta», hanno raccontato gli amici. E poi era rimasto scosso dalla morte del fratello, che aveva perso la vita in un brutto incidente stradale. «Non s’era più ripreso, voleva scappare da questi posti: gli lasciavano troppi ricordi tristi». Da allora, Angelo è diventato un volto della memoria, un nome del passato, un uomo senza vita.

Anche l’avvocato Piroddi non l’ha mai incontrato, gli ha mai parlato una volta. «Ho imparato a conoscerlo solo fra le carte», racconta. «Ma credo di essermene fatto un’idea abbastanza precisa. E’ una persona molto sensibile, un uomo buono, un idealista. I suoi amici mi hanno detto che era uno molto chiuso, un introverso. Sua mamma gli voleva un gran bene, come se fosse il suo amore più fragile».

Poi, un mese fa, le sorelle di Anselma Chiai hanno presentato un’istanza in base all’articolo 50 del codice civile, secondo il quale, data l’assenza del nipote, potevano vantare il proprio interesse sull’eredità per goderne i frutti. Il tribunale accettò l’istanza, ma non dette esecuzione al provvedimento. Angelo, ora lo stavano inseguendo uno stuolo di investigatori privati e di azzeccagarbugli in cerca di qualche facile percentuale.

Alla fine è riapparso, assieme alla sua leggenda o alla sua favola, dal nulla all’improvviso, per capire almeno che cosa ci ha insegnato la vita questa volta. Ed è finita come in quel libro di Simenon «Il testamento Donadieu». Senza eredità. http://credit-n.ru/zaymyi-next.html http://credit-n.ru/zaymyi-v-ukraine.html

« Pagina precedentePagina successiva »