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Cosa vedere a Londra (150 luoghi) Impara l'inglese: archivio di oltre 200 mila testi di canzoni 


I Chemical Brothers per la Tate Modern di Londra

I Chemical Brothers per la Tate Modern di Londra

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Il museo di arte contemporanea commissiona musica ispirata alle opere d’arte

La Tate Modern di Londra ha commissionato ad artisti come i Chemical Brothers, Graham Coxon (ex Blur) ed Estelle di comporre musica ispirata alle opere d’arte della collezione ospitata nelle sale della ex centrale elettrica sulla Southbank del tamigi. I visitatori potranno così sentire le composizioni in una postazione di ascolto collocata nei pressi dell’opera che l’ha ispirata. Ogni mese sarà disponibile una nuova traccia. Altri artisti coinvolti nel progetto sono The Long Blondes, Klaxons, Roll Deep e Union of Knives.
I Chemical Brothers hanno lanciato il progetto con “The Rock Drill”, ispirata all’opera “Torso in metal from The Rock Drill” di Jacob Epstein. I Chemical Brothers hanno scelto l’opera di Epstein perché è molto “dinamica, potente e moderna e perché sembrava molto techno”. Il loro non è un brano ambient, del genere che spesso si ascolta nelle sale e nei musei, ma molto ritmico e strutturato. http://credit-n.ru/offers-zaim/moneza-online-zaym.html http://credit-n.ru/ipoteka.html

A Londra camere d'albergo a 1 sterlina a notte

A Londra camere d’albergo a 1 sterlina a notte

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E’ la tariffa di lancio dell’Hoxton Hotel, nuovo albergo low cost

Un “luxury-budget hotel”: così è stato definito il nuovo Hoxton Hotel che ha aperto i battenti venerdì a Londra. L’intento del suo fondatore, Sinclair Beecham, è di mutuare il meccanismo tariffario delle compagnie aeree low cost: più tardi prenoti, di più paghi. Attualmente l’albergo offre camere (per un totale di 600 notti) alla tariffa di 1 sterlina, circa 1,90 dollari, inclusa la colazione. Poi sarà la volta di notti a 29 sterline l’una. L’hotel offre anche accesso Internet gratuito e telefonate a basso costo. http://credit-n.ru/about.html http://credit-n.ru/offers-zaim/vashi-dengi-zaim.html

Londra: Kate Moss sposera' Pete Doherty

Londra: Kate Moss sposera’ Pete Doherty 

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La top model Kate Moss ha intenzione di sposare il suo fidanzato Pete Doherty rocker dalla … vita esagerata, piena di problemi di droga e alcol. Lo afferma il domenicale del Sun, News of the World, che cita una frase detta da Kate a un gruppo di amici «sì ci sposeremo». L’ammissione sarebbe avvenuta ai margini di un concerto di Glen Matlock (ex Sex Pistols) questa settimana a Londra: «Lo amo così tanto, è l’uomo più sexy del mondo», avrebbe aggiunto, «Voglio stare con lui, è solo una questione di quando. Ci sono alcune circostanze che dobbiamo superare, e poi staremo insieme». Il tabloid precisa che Kate è arriva al concerto con Shane McGowan, cantante dei Pogues e noto bevitore sfrenato, con il quale ha iniziato ben presto a bere vodka in quantità. Pete si trova al momento in una clinica londinese per disintossicarsi. In settimana è stato anche sfrattato per morosità e per aver ridotto a una discarica il suo appartamento. http://credit-n.ru/offers-zaim/turbozaim-zaimy-online-bez-otkazov.html http://credit-n.ru/trips.html

Ambiente: commercio pinne squalo, ecologisti GB attaccano UE

AMBIENTE: COMMERCIO PINNE SQUALO, ECOLOGISTI GB ATTACCANO UE 
(ANSA) – LONDRA – La passione che gli asiatici nutrono per la zuppa di pinna di squalo sta mettendo a rischio la sopravvivenza di questo predatore del mare e, secondo gli ambientalisti britannici, l’Unione Europea e’ colpevole di stare a guardare. L’Ue non starebbe facendo nulla per proteggere gli squali del Mediterraneo e dell’Atlantico nord-orientale dai pescatori che con un machete tagliano le pinne degli animali ancora vivi e poi li gettano agonizzanti in mare.

Sono circa 100 milioni gli squali che ogni anno vengono uccisi per le loro pinne che in Estremo Oriente vengono vendute a peso d’oro, in un commercio controllato per lo piu’ dalle associazioni criminali. Il ‘finning’, ovvero la caccia agli squali per appropriarsi delle loro pinne, e’ illegale in Europa dal 2003, ma, avverte la Shark Alliance, l’Ue starebbe per ammorbidire le gia’ piuttosto vaghe leggi in proposito, rendendo il divieto praticamente obsoleto.

All’inizio di questa settimana la commissione per la pesca del Parlamento europeo ha approvato un rapporto – che renderebbe il finning di fatto praticabile – redatto dalla parlamentare spagnola Rosa Miguelez Ramos. Gli interessi della Spagna sono chiari: e’ dalla sola Spagna infatti che proviene quasi un terzo di tutte le pinne di squalo vendute a Hong Kong, un mercato estremamente redditizio se si considera che una pinna di squalo elefante puo’ arrivare a costare fino a 7.500 euro.

Le leggi europee consentono al momento ai pescatori di tagliare la pinna di uno squalo unicamente allo scopo di sistemare meglio la carcassa a bordo. Per assicurarsi che gli squali non vengano uccisi per le loro pinne, i pescatori possono vendere solamente pinne di peso inferiore al 5% del peso totale dell’animale. La percentuale si basa sulla presunzione che le pinne costituiscono il 5% di uno squalo.

Secondo la Shark Alliance tuttavia questo dato e’ privo di base scientifica, in quanto da diversi studi e’ emerso che le pinne formano soltanto circa il 2% del peso di uno squalo. La proposta spagnola vorrebbe ora alzare il limite dal 5% al 6,5%, una percentuale che secondo la Shark Alliance finirebbe con l’incoraggiare il finning a livelli drammatici.

”Con la votazione di questa settimana hanno di fatto raccomandato una politica per cui due squali su tre verrebbero uccisi per le loro pinne, tradendo cosi’ lo spirito del divieto della Ue ed il volere dei suoi cittadini”, ha dichiarato Sonja Fordham della Shark Alliance.
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Londra: stop ai lavoratori bulgari e rumeni

Londra: stop ai lavoratori bulgari e romeni  

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Erica Orsini

da Londra

Ingresso limitato in Gran Bretagna per la nuova manodopera dell’Est europeo. Per tentare di frenare un flusso migratorio rivelatosi assolutamente incontrollabile negli anni, il governo laburista di Tony Blair sta pensando di introdurre delle misure drastiche nel sistema di rilascio dei permessi di lavoro per i lavoratori bulgari e rumeni. A meno che il 27 settembre prossimo la Commissione Europea non decida diversamente, infatti, dal primo gennaio del 2007 Bulgaria e Romania entreranno ufficialmente nella rosa dei Paesi dell’Ue.  E questo significa che non appena le frontiere saranno aperte una massa di cittadini lascerà il proprio Paese per andare a cercare un’occupazione dove questo è ancora possibile.
Fino a questo momento la Gran Bretagna ha rappresentato una delle mete più ambite e accessibili. Nel 2004, insieme all’Irlanda e alla Svezia, aveva spalancato ai Paesi membri le porte del suo mercato del lavoro provocando un flusso migratorio molto più ampio di quanto ci si attendesse e di quanto il Paese stesso fosse in grado di sopportare.  Le ultime statistiche segnalano che negli ultimi due anni sono stati regolarmente registrati in Inghilterra 447mila lavoratori dell’Est europeo, di cui il 54 per cento proviene dalla Polonia.
Ora il governo Blair tenta disperatamente di correre ai ripari. Una fonte vicina all’esecutivo ha infatti rivelato ieri al quotidiano The Guardian che i ministri stanno studiando un sistema di accesso con regole ferree. Per poter venir a lavorare in Gran Bretagna bulgari e rumeni dovrebbero quindi dimostrare di avere una preparazione professionale molto specifica.
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