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Chaplin, scoperte gag inedite in un vecchio archivio

Charlie ChaplinChaplin, scoperte gag inedite in un vecchio archivio
Così Charlot provava e riprovava le sue famose smorfie
E salta fuori anche un film quasi intero mai uscito

di OTTAVIA GIUSTETTI   

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 LONDRA – Piccoli baffi neri, bombetta, giacca stretta e corta e bastoncino di bambù non sono gli unici segreti della comicità di Charlie Chaplin. Quello sguardo trasognato che senza parole ha portato il sorriso sulle labbra del pubblico di un secolo intero è stato sperimentato, studiato, rivisto e modificato da colui che unanimemente viene definito il maestro del cinema comico. E oggi sono state trovate le prove: 400 bobine mai viste, di tagli di pellicole e di esperimenti di Charlie Chaplin sono state rinvenute negli archivi del British film institute di Londra con l’aiuto del professor Frank Schneide dell’università dell’Arkansas.

Chaplin aveva ordinato che venissero distrutte, erano le sequenze che lui stesso guardava e riguardava per correggere un gesto qua, una smorfia là e perfezionare così il personaggio comico del film in lavorazione. “Chaplin sperimentava variando continuamente la sua recitazione sul set e poi si riguardava per capire cosa andava e cosa invece doveva essere modifcato – ha spiegato Schneide dopo aver visionato quanto girato su quelle pellicole – guardando queste scene si possono scoprire i segreti dei personaggi da lui interpretati”.

Le pellicole sono datate 1916, alcune ancor più vecchie. E tra queste c’è anche il materiale sperimentale per un film mai portato a compimento che Chaplin girò e interpretò insieme al fratello maggiore Syd nel 1921. La pellicola porta il titolo “King, Queen, Joker”. Il professor Schneide ha riconosciuto inoltre una serie di sequenze tagliate dall'”Immigrante”, del 1917, in cui Chaplin e i co-protagonisti Edna Purviance e Eric Campbell scoppiano continuamente a ridere e non riuscivano a finire di girare una scena al ristorante.

Le bobine esaminate contenevano oltre settanta ore di immagini e al momento sono state restituite al British film institute e al National film and television Archive di Londra.

(21 febbraio 2001)
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Zola, in Italia un poco sportivo

Zola, in Italia un poco sportivo
 
Il dieci del Chelsea: “Da noi manca la cultura sportiva” 
 
di MASSIMO VINCENZI
 
 LONDRA – Quattro anni nella Premier League, il campionato inglese, quasi trecento partite giocate, molti applausi. Polemiche viste o sentite sugli arbitri: zero. Non una o due, proprio zero, parola di Gianfranco Zola, stella del Chelsea e bandiera dell’emigrazione pallonara italiana oltre la Manica.

Lei giura che esiste un calcio altrettanto miliardario, se non di più, del nostro dove lo scudetto si assegna senza il consueto corollario di veleni?
“Sono in Inghilterra da quattro stagioni e sui giornali, sulle televisioni, che pure si occupano moltissimo del campionato, non ho mai visto una polemica su un arbitro o su un arbitraggio”.

Saranno bravissimi i direttori di gara inglesi a non sbagliare nulla…
“Assolutamente no. Sbagliano e sbagliano a volte anche in maniera vistosa, ma la cosa non interessa. Qui si guarda solo a quello che succede in campo, si litiga e si discute solo su questo. Gli arbitri sono considerati in maniera neutra, sono come il pallone, i pali della porta. Non sono protagonisti e infatti sono anche molto meno famosi che da noi”.

Soldi e esasperazioni ci sono anche nella Premier League, da cosa dipende dunque questo atteggiamento diverso?
“E’ una questione di cultura sportiva. Basta entrare per la prima volta in uno stadio inglese per capire la differenza tra noi e loro. Anche il pubblico insulta pochissimo, quasi mai, gli arbitri. Qui i simulatori vengono fischiati duramente, se uno resta a terra più di un minuto e non si è fatto male davvero viene contestato. Non trovo altre parole: è proprio questione di cultura sportiva”.

Quella che manca in Italia…
“Noi abbiamo il difetto di smontare e rimontare continuamente il calcio e gli togliamo il fascino della sua semplicità. Sopra ci costruiamo polemiche, discussioni infinite, diatribe assurde e così perdiamo di vista il suo valore più bello, quello di essere un gioco. Questo sport è e deve restare un intrattenimento, se continuiamo ad avvelenarlo, lo uccideremo. La competizione deve sempre essere controllata in maniera sportiva”.

Ma onestamente lei ha mai pensato di aver vinto o perso una partita per colpa di un arbitro?
“Chi dirige un incontro sbaglia come sbagliano i calciatori o gli allenatori, ma fa parte delle regole della gioco. E’ come un ciuffo d’erba che ti fa rimbalzare male il pallone, mandandolo fuori invece che in porta. Uno scudetto o una coppa non si vincono perché si è favoriti dagli arbitri. La buona fede è un principio irrinunciabile, altrimenti bisogna smettere di giocare. Se si inseguono i complotti è finita”.

In Italia non saranno molto d’accordo con lei, il girone d’andata deve ancora finire ed è già tutti contro tutti. Complotti a parte, sono davvero così scarsi gli arbitri di casa nostra?
“Sono bravi come e spesso anche di più dei loro colleghi inglesi e di quelli stranieri in genere. Arbitrare il calcio italiano non è facile, qui nella Premier League si fischia di meno, c’è meno fuorigioco, è tutto più semplice. Soprattutto non c’è la pressione incredibile che devono sopportare i nostri direttori di gara. Il vero problema è questo: lo stress esagerato che c’è in serie A per gli arbitri. Se fossero lasciati un po’ in pace tutto filerebbe più liscio. Ma, a occhio, penso che non accadrà tanto facilmente… “.

(17 gennaio 2001) http://credit-n.ru/kreditnye-karty.html http://credit-n.ru/offers-zaim/joymoney-srochnye-online-zaymi.html

Il Chelsea esonera Vialli, forse chiama Zola

Il Chelsea esonera Vialli, forse chiama Zola
LONDRA – Settantacinque miliardi spesi nell’ultima campagna acquisti, sei punti in cinque partite e un rapporto con i tifosi in rapido deterioramento: un bilancio troppo negativo anche per il “tranquillo” calcio inglese, un bilancio che costa la panchina del Chelsea a Gianluca Vialli. Lui che lasciò l’Italia cinque anni fa per scappare da un mondo isterico e ormai impazzito, cade vittima di uno dei vizi tipici del pallone tricolore: la caccia all’allenatore. La stagione è appena iniziata e l’ex centravanti deve fare già le valigie. Il pareggio senza gol ottenuto in casa del Newcastle non ha salvato “crapapelata”, che per ora non reagisce e si chiude nella sua villa londinese lontano dai microfoni dei giornalisti.

Un addio all’italiana in salsa inglese, con il primo annuncio che arriva sull’edizione mattutina del Sun: “Vialli sarà licenziato e al suo posto arriverà Gianfranco Zola”. Titolo cubitale in prima pagina e pioggia di servizi all’interno con tanto di scheda sul precedente cambio della guardia ai Blues, quando l’ormai ex tecnico prese il posto di Ruud Gullit e assunse il ruolo di allenatore-giocatore.

Secca la smentita del Chelsea: “Sono tutte stupidaggini”. Poi in serata la notizia viene rilanciata da Sky News e la società inglese non può più nascondersi e per voce del vice di Vialli, Gwyn Williams, conferma l’indiscrezione di Pulcinella: “Il contratto tra il Chelsea e Vialli è stato rotto. Io ho solo smentito che arrivava Zola”. Un modo elegante per cercare di dribblare la verità, che però arriva alla prima domanda: “Mi chiedete se è stato licenziato o se si è dimesso? E’ stato licenziato”.

Laconico. E ancora più laconico Gianluca Vialli che per ora non parla. “Cosa volete che pensi”: rivela un suo amico. Solo domenica sera aveva ringraziato i suoi giocatori per la bella prestazione sfoderata contro il Newcastle. “Una partita convincente”: secondo lui. “Un brodino”: secondo i tifosi e la critica, ormai schierati apertamente contro l’allenatore italiano. Mai troppo amato per i suoi gusti calcistici esterofili, che lo hanno portato a costruire un Chelsea praticamente senza giocatori inglesi. “Uno che ha fatto spendere alla propria società 24 milioni di sterline dovrebbe essere protagonista in campionato”: è l’accusa diventata condanna.

Senza appello. Senza attenuanti. E poco importa se in due stagioni Vialli aveva portato nelle vetrine del club una Fa Cup, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea, una Coppa di Lega e solo un mese fa il Charity Shield contro il Manchester United. Un buon bottino, ma orfano del figlio prediletto: lo scudetto e così i successi non hanno salvato Vialli dalla prima, vera crisi da quando è su quella panchina. Ora, nonostante le smentite, potrebbe toccare davvero a Gianfranco Zola prendere il suo posto. E magari lui, farà un pensierino alle tante offerte che gli erano arrivate in estate dall’Italia. Tanto poi da questa o da quella parte della Manica il calcio è pazzo uguale.

(12 settembre 2000)
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Il Chelsea esonera Vialli eforse chiama Zola

Il Chelsea esonera Vialli eforse chiama Zola
LONDRA – Settantacinque miliardi spesi nell’ultima campagna acquisti, sei punti in cinque partite e un rapporto con i tifosi in rapido deterioramento: un bilancio troppo negativo anche per il “tranquillo” calcio inglese, un bilancio che costa la panchina del Chelsea a Gianluca Vialli. Lui che lasciò l’Italia cinque anni fa per scappare da un mondo isterico e ormai impazzito, cade vittima di uno dei vizi tipici del pallone tricolore: la caccia all’allenatore. La stagione è appena iniziata e l’ex centravanti deve fare già le valigie. Il pareggio senza gol ottenuto in casa del Newcastle non ha salvato “crapapelata”, che per ora non reagisce e si chiude nella sua villa londinese lontano dai microfoni dei giornalisti.

Un addio all’italiana in salsa inglese, con il primo annuncio che arriva sull’edizione mattutina del Sun: “Vialli sarà licenziato e al suo posto arriverà Gianfranco Zola”. Titolo cubitale in prima pagina e pioggia di servizi all’interno con tanto di scheda sul precedente cambio della guardia ai Blues, quando l’ormai ex tecnico prese il posto di Ruud Gullit e assunse il ruolo di allenatore-giocatore.

Secca la smentita del Chelsea: “Sono tutte stupidaggini”. Poi in serata la notizia viene rilanciata da Sky News e la società inglese non può più nascondersi e per voce del vice di Vialli, Gwyn Williams, conferma l’indiscrezione di Pulcinella: “Il contratto tra il Chelsea e Vialli è stato rotto. Io ho solo smentito che arrivava Zola”. Un modo elegante per cercare di dribblare la verità, che però arriva alla prima domanda: “Mi chiedete se è stato licenziato o se si è dimesso? E’ stato licenziato”.

Laconico. E ancora più laconico Gianluca Vialli che per ora non parla. “Cosa volete che pensi”: rivela un suo amico. Solo domenica sera aveva ringraziato i suoi giocatori per la bella prestazione sfoderata contro il Newcastle. “Una partita convincente”: secondo lui. “Un brodino”: secondo i tifosi e la critica, ormai schierati apertamente contro l’allenatore italiano. Mai troppo amato per i suoi gusti calcistici esterofili, che lo hanno portato a costruire un Chelsea praticamente senza giocatori inglesi. “Uno che ha fatto spendere alla propria società 24 milioni di sterline dovrebbe essere protagonista in campionato”: è l’accusa diventata condanna.

Senza appello. Senza attenuanti. E poco importa se in due stagioni Vialli aveva portato nelle vetrine del club una Fa Cup, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea, una Coppa di Lega e solo un mese fa il Charity Shield contro il Manchester United. Un buon bottino, ma orfano del figlio prediletto: lo scudetto e così i successi non hanno salvato Vialli dalla prima, vera crisi da quando è su quella panchina. Ora, nonostante le smentite, potrebbe toccare davvero a Gianfranco Zola prendere il suo posto. E magari lui, farà un pensierino alle tante offerte che gli erano arrivate in estate dall’Italia. Tanto poi da questa o da quella parte della Manica il calcio è pazzo uguale.

(12 settembre 2000)
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Harry Potter ha trovato un volto sarebbe Gabriel Thomson

 Harry Potter ha trovato un volto. Sembra che la ricerca per uno dei ruoli cinematografici più discussi e acclamati degli ultimi anni sia finalmente terminata: il ragazzo-stregone è stato trovato. Secondo le indiscrezioni del sito di appassionati del grande schermo “Ain’t it cool news”, riprese oggi da molti giornali americani e inglesi, l’attore tredicenne Gabriel Thomson sarebbe stato selezionato tra centinaia di giovani promesse per interpretare l’occhialuto stregone nella versione cinematografica del best seller di Joanne K.Rowling. Ma l’annuncio ufficiale verrà dato solo lunedì prossimo.

“Sono molto fiducioso che l’informazione sia corretta – ha detto Harry Knowles, responsabile del sito che ha lanciato la notizia – anche se non posso esserne sicuro al 100 per cento. Il nome è stato fornito da una fonte confidenziale della Warner Bros che già in passato mi ha dato informazioni accurate”. E l’indiscrezione sarebbe avvalorata dal fatto che la stessa autrice volesse fin dall’inizio un bambino inglese per interpretare Harry. Stephen Spielberg, infatti, secondo alcuni pettegolezzi, avrebbe abbandonato il progetto del film dopo i molti scontri avuti con la Rowling che non gli permetteva di ingaggiare un giovane attore americano per la parte.

Gabriel Thomson, nato a Londra ed esperto di videogiochi, ha al suo attivo una parte in un adattamento della “Bbc” del romanzo di Charles Dickens “Grandi speranze” assieme a Charlotte Rampling. Poi è stato Pinocchio nel film tv inglese “The new adventures of Pinocchio” e in quello per il cinema di prossima uscita “Enemy at the gate” con Jude Law. Dovrebbe iniziare a recitare, diretto da da Chris Columbus (già regista di “Mamma ho perso l’aereo”, “Mrs.Doubtfire” e “L’uomo bicentenario”), tra settembre ottobre quando inizieranno le riprese del film. L’uscita negli Stati Uniti è prevista per l’estate 2001 e la Warner Bros si è già assicurata i diritti degli altri tre libri scritti dall’autrice scozzese Joanne K.Rowling.

(19 agosto 2000) http://credit-n.ru/offers-zaim/lime-zaim-zaymi-online.html http://credit-n.ru/zaymi-na-kartu-blog-single.html

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