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Anagramma nel film La Camera dei Segreti

L’anagramma nel film la Camera dei Segreti

Stafano Bartezzaghi
Adesso che, plausibilmente, Harry Potter l’avete almeno visto tutti (il film) ma io spero che lo abbiate anche letto (il libro) avete visto che nell’episodio della Camera dei Segreti c’è un anagramma. Un personaggio del passato che apparentemente è a favore di Harry Potter, Tom Orvolson Riddle all’improvviso rivela il segreto del suo nome: “Son io Lord Voldemort“. Voldemort è il nome che nessuno tranne chi non lo teme, come il fantastico Harry può pronunciare. E’ il nome del mago che vuole dominare il mondo. Da notare che nell’originale il nome è meno inverosimile: Tom Marvolo Riddle (anagramma I am Lord Vordemort), e che Riddle significa “indovinello”.

Come si realizza un anagramma in un film? Nel passato ci sono state varie animazioni di lettere che componevano diversi nomi, secondo lo schema dell’anagramma. A Blob si è visto il nome “Democrazia Cristiana” tramutarsi nella definizione anagrammatica: “azienda camorristica“: un ingegnoso sistema di animazione mostrava le due frasi e chiariva che erano composte dalle stesse lettere. In un altro Blob la consueta testata “Blob ieri” veniva tramutata nell’anagramma “Oribbile” (“orribile” in un finto romanesco) e che si trattasse di un anagramma era chiarito dal fatto che ogni lettera di Oribbile conservava il colore nero o rosso che ha normalmente nella testata di Blob.

Lettere che si muovono, dunque: ancora prima la terribile (teribbile?) pubblicità del ragazzino che non sapeva dire “Simmenthal” e diceva “Tinsemal” vedeva i due marchi animarsi e tramutarsi l’uno nell’altro.

Forse un giorno questi esempi saranno considerati i progenitori di un enigmistica video, un enigmistica di cui il capostipite è senza dubbio Marcel Duchamp. Nel 1925 Marcel Duchamp aveva incominciato a progettare un film, assieme a Man Ray. Anémic Cinéma (uscito nel 1926) già nel titolo è un anagramma. Mostra alcuni meccanismi spiraliformi che ruotano: vi sono scritte frasi che si trasformano nel loro anagramma (o, per chi conosce certi giochi francesi, nella loro contropèterie.

Nel film Harry Potter e la Camera dei Segreti, Riddle getta la maschera tracciando con la bacchetta magica le lettere del suo nome nell’aria: le lettere di fuoco, con un colpo di bacchetta, rivelano l’anagramma nascosto. Eh, sospirano gli enigmisti in sala: fosse tanto facile! Ma si sa che loro (noi) sono (siamo) solo dei babbani (gli umani, i non maghi). Se un babbano sapesse tracciare il nome di babbano con una bacchetta magica, e sapesse comandare alle lettere di anagrammarsi, diventerebbe un nababbo: ma allora non sarebbe un babbano.

(14 febbraio 2003) http://credit-n.ru/offers-zaim/fastmoney-srochnyi-zaim-na-kartu.html http://credit-n.ru/offers-zaim/webbankir-online-zaim-na-kartu.html

Non convince questo Ernest

Non convince questo Ernest

(Tratto dal quotidiano La Repubblica)

L’Ernest di Oscar Wilde era tutta un’altra cosa
di ROBERTO NEPOTI
Non contento di aver portato sullo schermo “Un marito ideale”, Oliver Parker ha riconvocato Rupert Everett per una nuova versione della più nota tra le commedie del divino Wilde.

E’ l’unico Oscar che Parker vedrà, perché il nuovo adattamento appartiene al tipo di film che (per parafrasare il drammaturgo), quando li hai visti una volta, non te li ricordi mai più. Nel mettere in scena la storia di Jack, che finge di chiamarsi Ernesto per conquistare l’amata, del suo amico Algernon e della graziosa Cecily, tutti si danno un gran daffare per mostrarsi british, ai limiti della parodia. Ma è peggio il tentativo di liberare il testo dal chiuso del palcoscenico, portandolo a prendere una boccata d’aria (anche in pallone aerostatico). Con l’effetto-boomerang di renderlo più anacronistico di quel che è. http://credit-n.ru/debitovaya-karta.html http://credit-n.ru/business-kredit.html

Il Principe William vuol comprare le lettere di mamma Diana

Principe WilliamWilliam vuol comprare
le lettere di mamma Diana
di PAOLO FILO DELLA TORRE

LONDRA – I principini William e Harry hanno deciso di sacrificare un quarto delle loro ricchezze per salvare la reputazione della madre, la principessa Diana: i ragazzi hanno fatto sapere di essere disposti a pagare dieci milioni di sterline – 16 milioni di euro, oltre trenta miliardi di vecchie lire – per assicurarsi le 64 lettere d’amore inviate da lady Diana al suo amante James Hewitt, che le ha messe in vendita.

Hewitt, sommerso dai debiti, ha annunciato la decisione di vendere la corrispondenza in un’intervista la Cnn, ma la sua scelta era già nell’aria: qualche settimana fa il tabloid popolare News of the World, già noto per i suoi scoop sui reali, ha mandato un suo redattore, spacciatosi per intermediario di un miliardario svizzero, ad avanzare un’offerta di dieci milioni di sterline per le lettere di Diana.

Il quarantanovenne ex cavallerizzo disse subito che la corrispondenza era in vendita, e accettò la falsa offerta: svergognato dal giornale, non si è fermato. Così oggi conferma la sua scelta e si dice pronto a cedere le lettere al migliore offerente, per una cifra non inferiore a quella offerta dal finto miliardario.

 

Un prezzo molto alto, se si tiene presente che le lettere non possono essere pubblicate. Lo ha deciso un tribunale dopo un altro trucco relativo a questa strana vicenda: qualche anno fa Hewitt annunciò che le lettere gli erano state rubate.

Ma con sorpresa generale, arrivarono sul tavolo del direttore del Daily Mirror con una proposta di acquisto per una cifra iperbolica. Il giornalista non batté ciglio e chiamò Scotland Yard: gli investigatori restituirono le missive alla madre di Diana, Frances Shand Kidd e a sua sorella Sarah McCorquodale. Solo dopo una battaglia giuridica Hewitt riuscì a rientrarne in possesso, ma con l’impegno che non sarebbero mai state pubblicate senza il consenso delle due donne e del vescovo di Londra.

Le missive potrebbero essere acquistate da chi intende magari a pagamento, esporle a curiosi clienti. Per esempio un qualche grande museo: proprio un museo, la British library di Londra, si è detta interessata all’affare. Per il momento la transazione è sospesa: per i responsabili dell’istituzione il prezzo richiesto è troppo alto, ma nulla esclude che le trattative si riaprano o che un altro acquirente si faccia avanti.

Per questo William e Harry, intenzionati ad evitare un ulteriore scandalo, sono disposti a pagare la cifra richiesta da Hewitt. Dai nonni Spencer e dalla stessa madre Diana hanno ereditato in tutto una quarantina di milioni di sterline: ora sarebbero disposti a pagarne un quarto per le lettere della madre.

Ma i ragazzi non avranno la disponibilità del denaro fino a quando non avranno compiuto i venticinque anni: per questa ragione è molto probabile che abbiano chiesto un prestito al padre Carlo e alla nonna Elisabetta. Nei prossimi giorni si capirà come finirà la vicenda: di certo, i due principi ne escono bene: la loro immagine è sempre più consolidata fra gli inglesi. Ne esce invece malissimo Hewitt: ma l’ex ufficiale ha già perso la sua reputazione qualche anno fa, quando compilò un libro nel quale raccontava alcuni dei più scabrosi segreti di Diana.

(13 gennaio 2003) http://credit-n.ru/offers-zaim/oneclickmoney-zaim-na-kartu.html http://credit-n.ru/offers-zaim/viva-dengi-credit.html

J.K. Rowling è la più ricca d'Inghilterra

J.K. Rowling è la più ricca d’Inghilterra

LONDRA – Le magie del piccolo Harry Potter funzionano. Almeno per l’autrice della saga sull’apprendista mago, J.K. Rowling, che è risultata la donna più ricca d’Inghilterra. Sei volte più ricca della regina Elisabetta II. La creatrice del fortunato maghetto è infatti in cima alla lista del Mail on Sunday che ogni anno pubblica la classifica dei più ricchi del reame.

Joanne Kathleen Rowling, 37 anni, quest’anno ha guadagnato 48 milioni di sterline (77 milioni di euro) dalle vendite dei libri sul giovane Harry Potter e dai diritti cinematografici dei due film finora realizzati dalla saga (e dal merchandising realizzato intorno ai campioni d’incasso al botteghino). Secondo il settimanale la scrittrice ha venduto 58 milioni di copie dei primi quattro volumi solo nel 2002 (pari a circa 40 milioni di sterline), e naturalmente è già all’opera per una nuova avventura del piccolo mago.
Al secondo posto nella classifica delle donne più ricche c’è la cantante e attrice Madonna, americana ma residente a Londra dopo aver sposato il regista Guy Ritchie. I suoi guadagni sono stimati intorno ai 27 milioni di sterline (42 milioni di euro). Circa la metà della cifra, rileva il Mail on Sunday, proviene da un contratto stipulato tra la popstar e il gigante dell’informatica Microsoft, che ha utilizzato una delle sue canzoni, Ray of light, per promuovere il sistema Windows Xp.

Al terzo posto della classifica l’imprenditrice Robin Saunders, seguita dalla presentatrice televisiva Anne Robinson. Al quinto c’è invece l’attrice di origine gallese Catherine Zeta-Jones con 10 milioni e mezzo di euro. La lista prosegue poi, con la romanziera Jackie Collins e, al nono posto, Kylie Minogue che ha guadagnato otto milioni di euro, due posizioni più in alto della regina Elisabetta d’Inghilterra, i cui introiti “privati” per il 2002 sono stimati intorno ai 7,68 milioni di sterline, derivanti dall’affitto del ducato di Lancaster.

(29 dicembre 2002)

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La Camera dei Segreti Esce in Italia il secondo film di Harry Potter

La Camera dei Segreti Esce in Italia il secondo film di Harry Potter 
di ROBERTO NEPOTI 
 
La seconda puntata delle avventure di Harry Potter va subito al sodo. Rientrato precipitosamente a Hogwarts dopo una vacanza presso gli odiosi zii, il giovane apprendista stregone deve difendere l’amata scuola dalle forze oscure che l’assediano; e che minacciano lui in prima persona, come cerca di fargli capire con ogni mezzo l’elfo domestico Dobby. È in corso una cospirazione per epurare gli studenti mezzosangue, figli di maghi e “babbani”.

Mentre nell’istituto dilagano le pietrificazioni, Harry si batte all’ultimo incantesimo contro una (quasi) reincarnazione del suo eterno nemico Voldemort, sopravvissuta nelle pagine di un diario e celata in una mitica stanza segreta del maniero. Lo aiutano gli amici Ron e Hermione, mentre il vanesio Gilderoy Allock, docente di Difesa contro le Arti Oscure, si candida al premio per il più inetto dei protettori. Gilderoy (Kenneth Branagh) forma un terzetto di “new entry” con Ginny, sorellina di Ron, e col fantasma di Mirtilla Malcontenta, antica studentessa morta in circostanze misteriose.

Diretto da Chris Columbus, l’adattamento del secondo volume di J.K.Rowling provoca meno stupore di fronte alle meraviglie scenografiche (Hogwarts) e agli effetti speciali (la partita di quidditch), che lo spettatore conosce già; in compenso è più dark dell’episodio precedente, e anche più divertente. L’aspetto tenebroso asseconda bene il carattere “pedagogicamente corretto” del ciclo: crescendo, i ragazzi si addentrano nella propria metà oscura, con cui debbono fare i conti.

La parte divertente riguarda i personaggi non-umani, come Dobby, che per salvare la vita a Potter rischia più volte di ammazzarlo, o l’imbranatissimo gufo-messaggero. Il piacere dello spettatore è il risultato di un giusto dosaggio fra la tradizione favolistica antica – che materializza creature della mitologia classica come la fenice e il basilisco, oppure evoca il ciclo della Tavola Rotonda – e riferimenti più attuali (il personaggio del mago ciarlatano autore di best-seller, la Ford Anglia volante); senza trascurare una sequenza di ragni giganti presa a prestito dall’immaginario fantascientifico.

Se al film si può rimproverare un difetto è la lunghezza eccessiva, male ormai epidemico dei blockbuster ad alto costo: dopo due ore Harry Potter e la camera dei segreti è finito, eppure va avanti ancora per una quarantina di minuti. Piccoli maghi crescono: e piuttosto bene. Con l’eccezione del rosso Rupert Grint, a bocca spalancata dal primo all’ultimo fotogramma, i protagonisti minorenni subiscono un’adeguata evoluzione: l’Harry Potter di Daniel Radcliffe è più adulto e determinato; Hermione (Emma Watson) sta diventando una graziosissima preadolescente. Confermato il cast dei veterani tra cui, nella parte del venerando Albus Silente, si vede (come recita il vecchio aforisma, “il cinema è l’arte di far camminare i morti”) Richard Harris, scomparso appena pochi giorni fa.

HARRY POTTER E LA CAMERA DEI SEGRETI
Regia di CHRIS COLUMBUS
con DANIEL RADCLIFF, RUPERT GRINT, EMMA WATSON, KENNETH BRANAGH

(6 dicembre 2002)
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