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La regina Elisabetta inaugura la nuova sede Reuters a Londra

La regina Elisabetta inaugura la nuova sede Reuters a Londra
martedì, 13 dicembre 2005 3.53

LONDRA (Reuters) – La regina Elizabetta ha visitato oggi il nuovo quartiere generale di Reuters a Canary Wharf a Londra, e poi ha simulato l’invio di un articolo per inaugurare ufficialmente l’apertura della sede.

Dopo aver visitato la redazione, aver incontrato i fotografi ed essere stata presentata ai clienti, ha prontamente “messo in rete” una storia sull’apertura premendo un bottone.

L’articolo è così apparso su un grande schermo fuori dall’edificio nel nuovo distretto finanziario di Londra, dove un tempo c’erano le banchine portuali. I redattori hanno poi fatto l’invio dell’articolo agli abbonati.

I dipendenti Reuters si sono trasferiti tra luglio e agosto nella nuova sede che ospita 2.500 persone.

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Il sindaco di Londra in tribunale per commenti "nazisti"

Il sindaco di Londra in tribunale per commenti “nazisti”
martedì, 13 dicembre 2005 11.04
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LONDRA (Reuters) – Ken Livingstone, il sindaco di Londra, deve presentarsi oggi in tribunale per un provvedimento disciplinare che deciderà se dovrà essere punito per aver paragonato un giornalista ebreo a una guardia di un campo di concentramento.

Livingstone, membro del partito al governo Labour, si è guadagnato ampio apprezzamento per essere riuscito a stringere attorno a sé i londinesi dopo gli attacchi terroristici del 7 luglio scorso ma ha spesso suscitato controversie.

Si presenterà davanti all’ “Adjudication Panel for England” che giudica la condotta dei membri delle autorità locali.

La commissione ha il potere di imporre sanzioni che vanno dalla censura a un’interdizione di 5 anni dai pubblici uffici.

Livingstone si è scontrato a febbraio con il giornalista Oliver Finegold del quotidiano Evening Standard – che è da tempo in antagonismo con il sindaco – che ha tentato di intervistarlo dopo una cerimonia ufficiale in municipio.

Quando Finegold ha detto di lavorare per l’Evening Standard e ha cominciato a fare domande, Livingstone ha chiesto: “Ha pensato di farsi curare?” e poi ha chiesto “Cosa ha fatto? Era un criminale di guerra tedesco?”

Finegold ha detto di essere ebreo e di trovare i commenti offensivi. Livingstone ha detto che il giornalista era “come una guardia di un campo di concentramento, fa questo perché è pagato, no?”

Livingstone sostiene che i commenti non sono stati antisemiti ma riflettevano semplicemente il fastidio rispetto al giornale che secondo lui lo perseguita. In passato Livingstone scriveva recensioni di ristoranti per il quotidiano.

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Londra schederà tutti i bambini

Londra schederà tutti i bambini
Presentato un piano per schedare 11 milioni di cittadini all’interno di un database informatico, pensato per i minori di 16 anni. Per la loro sicurezza, assicura il Governo

Londra – L’amministrazione Blair intende risolvere il problema della violenza sui minori identificando l’intera popolazione adolescente con un numero univoco ed un enorme database informatico chiamato Information Sharing Index. Il programma fa parte dell’iniziativa Every Child Matters, traducibile come ciascun bambino è importante, varata dal governo britannico per facilitare i compiti del network assistenziale rivolto ai minori in difficoltà: forze dell’ordine, assistenti sociali, psicologi.

I minori di 16 anni, pur non essendo dotati di un documento di riconoscimento nazionale, saranno così rintracciabili con agilità: “È uno strumento che prima di tutto serve a chiunque operi nel settore dell’infanzia e dell’adolescenza”, sostiene in una nota ufficiale il segretario dell’ufficio politiche sociali britannico, Ruth Kelly. “Può essere utilizzato per intervenire in maniera veloce ed immediata, in qualsiasi situazione di pericolo”.

L’idea verrà sottoposta al voto del parlamento nel 2006 e sembra essere in sintonia con le linee generali espresse dall’Interpol per la costruzione di un sistema informatico internazionale con funzioni anti-pedofilia. Le stime ufficiali del governo parlano di 11 milioni di bambini da schedare: una cifra sicuramente impressionante, in grado di rendere il lavoro dei sistemisti decisamente difficile.

La sicurezza, prima di ogni altra cosa, è quanto preoccupa gli amministratori governativi che dovranno occuparsene, come Ruth Kelly: “I dati contenuti nell’archivio saranno di tipo anagrafico, oltre ad avere dettagli riguardo all’ambiente familiare e scolastico”. Tutto quanto, assicura la funzionaria, “potrà essere visionato solo dalle autorità locali” attraverso un “servizio garantito contro qualsiasi tipo d’intrusione non autorizzata”.

Il problema dell’integrità dei dati è fondamentale, come sottolinea la stampa locale: il rischio di una fuga di dati potrebbe compromettere seriamente ed interamente la sicurezza dei piccoli sudditi di Sua Maestà. Con questo progetto, la Gran Bretagna raggiunge l’Olanda, già da tempo impegnata in un programma di registrazione informatica della popolazione minorenne. A differenza dell’Information Sharing Index, il database olandese prevede l’identificazione dei neonati dalla culla alla bara.

Tommaso Lombardi
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Incidente diplomatico tra Londra e Varsavia

Incidente diplomatico tra Londra e Varsavia

“La Gran Bretagna ha creato piú posti di lavoro per i polacchi che la Polonia stessa dopo la sua adesione all’Unione Europea”. Doveva essere una simpatica ed irriverente parodia, ma la mail dell’ambasciatore britannico a Varsavia Charles Crawford è stata pubblicata da un tabloid britannico, e l’ambasciatore è stato convocato al ministero degli esteri polacco- ha annunciato un portavoce-, per confrontare l’umor britannico e quello polacco…

Il diplomatico britannico si divertiva a sdrammatizzare in questa crisi sul budget, accusando il presidente francese Chirac di alimentare la povertà in Africa e di viziare gli agricoltori francesi.
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Londra, gay e lesbiche in lista di "nozze"

Londra, gay e lesbiche in lista di “nozze”
di Alfio Bernabei

LONDRA Coppie gay e lesbiche ieri hanno fatto la fila per registrare le loro unioni in vista del via libera al «matrimonio» a partire dal 21 dicembre. Devono passare quindici giorni tra la registrazione dell’unione e la cerimonia vera e propria nelle sale comunali. È una data storica. I pacs sono realtà e nella versione inglese somigliano molto alle nozze.
Pronti al «sì» ci sono nomi famosi, come il cantante Elton John e il suo partner David Furnish, insieme a migliaia di coppie sparpagliate tra Inghilterra, Scozia e Galles che finalmente possono unirsi e usufruire degli stessi diritti delle coppie eterosessuali. La legge è chiara. Il partner diventa il parente più prossimo e acquista gli stessi diritti nei riguardi di bambini, se ce ne sono, di eredità, pensione e abitazione. Sessant’anni fa in Inghilterra l’omosessualità era illegale. Oggi c’è l’eguaglianza di diritti a tutti gli effetti.
«Per noi significa soprattutto tranquillità e sicurezza reciproca» dice Alexander Cannell che si unirà con il suo partner Ian Buford. Il distretto londinese di Chelsea ha deciso di metterli in prima fila, la mattina del 21 alle otto, perché rappresentano la generazione che ha dovuto aspettare più a lungo per questo momento. Alexander ha 66 anni, Buford ne ha 72 (continua a recitare nell’ultima messa in scena di Mary Poppins). «Per noi la cerimonia significa che possiamo rilassarci» dice Alexander «ho lavorato nel settore pubblico per quarant’anni, abbiamo pagato le tasse, abbiamo vissuto in maniera rispettabile, perché dovremmo essere trattati diversamnte dagli altri? Adesso non dobbiamo più preoccuparci dell’eredità o di non essere riconosciuti dagli ospedali come parenti più prossimi. Le coppie più giovani forse non pensano a queste cose, ma è importante essere consultati sul tipo di trattamento o di cura che concerne il nostro partner».
Christine Kemp di 44 anni e Sue Price, 48, sono due lesbiche che hanno scelto per la cerimonia la data del 31 gennaio. «Si tratta essenzialmente di mettere a posto i nostri affari» ha detto Christine al Guardian. Si incontrarono otto anni fa, oggi gestiscono insieme un negozio di tappeti a Brighton. Si giurarono eterno amore un anno dopo, in cima a una collina su un’isola greca. Si scambiarono gli anelli al suono di Wonderful Life di Black sul mangianastri che si erano portate. «Questa è la parte romantica», ha detto Christine «adesso si tratta di formalizzare le cose. Sono scioccata dal fatto che può veramente succedere, e in maniera così normale». Sue ha commentato: «Per me c’è dell’altro. Sono di famiglia cattolica. Sono stata in convento e mi trascino quel senso di colpa tipico del cattolicesimo. Ho insegnato per vent’anni e nessuno sapeva niente di me. Avevo quarant’anni quando ho conosciuto Christine ed ho cominciato a vivere. L’unione è una conferma delle decisioni che ho preso nella mia vita. Inviterò mia madre che ha 82 anni».
Ian Johnson di 37 anni e Chris Worwood di 34 sono un’altra coppia pronta al grande passo. Sono insieme da quindici anni. Ian dice: «Possediamo insieme tutto ciò che abbiamo. Saremmo pazzi a non fare il pacs. Abbiamo parlato spesso di testamenti, ma questa è la cosa naturale da fare. Dodici anni fa Chris si è ammalato di tumore. Solo dopo che è guarito ci siamo resi conto che se fosse morto non avrei avuto diritto a niente come eredità, metà della casa sarebbe andata a suo padre». Che piani hanno per la cerimonia? «All’inizio ero contrario a fare una grande festa – dice Ian – «poi ci ho ripensato, ho tanti parenti, dei nipoti, inviteremo tutti. Non è che dobbiamo dimostrare qualcosa, io la vedo come una semplice conferma dell’impegno che ci siamo dimostrati negli ultimi quindici anni».
Dopo tante voci di una cerimonia sotto i riflettori di mezzo mondo che avrebbe potuto straripare in carnevalata, anche Elton John e David Furnish hanno deciso di unirsi in presenza dei soli genitori e testimoni. Poi ci sarà il ricevimento per gli amici. Non si sa ancora se l’altra grande coppia famosa, Peter Mandelson, attuale commissario britannico in Europa, e il suo partner di lunga data Renaldo da Silvia, si uniranno in presenza dei loro migliori amici, il premier Tony Blair e la moglie Cherie. Dopo aver promosso la legge sui pacs il governo continua a monitorarne l’implementazione e ha incaricato il viceministro Meg Munn, di lanciare una «campagna educativa» sui suoi vari aspetti. Affiancata da una dozzine di coppie gay e lesbiche che si preparano ad unirsi Munn ha detto: «Insieme ai diritti ci sono delle responsabilità. Vogliamo essere sicuri che gli interessati capiscano bene di che cosa si tratta». Tutti i media salutano i pacs come un segno di progresso civile. Si può parlare di sollievo e di orgoglio. Il paese cresce. Un applauso interessato arriva naturalmente anche da parte di sarti, pasticceri, gioiellieri, avvocati, ristoratori, che già possono contare su migliaia e migliaia di nuove coppie, un’ondata di «pink pound», la sterlina rosa.
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