BACIO GAY AI TEMPI DELLE PIRAMIDI
Un dipinto di Saqqara meta del pellegrinaggio omosessuale
lunedì 02 gennaio 2006 , di la Repubblica
I due giovani addetti alla cura delle mani del Faraone sono ormai diventati un simbolo
I tour operator sono preoccupati per le leggi egiziane, molto restrittive sul tema
DAL NOSTRO INVIATO CINZIA SASSO LONDRA – I due ragazzi si guardano, lo sguardo languido, le mani l’uno sulle spalle dell’altro, le bocche che si sfiorano per un tenero bacio. Sono Niankhkhnum e Khnumhotep, due giovani egizi al servizio del Faraone, ritratti così su una parete della necropoli di Saqqara, presso l’antica Menfi, sulla riva occidentale del Nilo. Gli esperti non lo avevano ancora affermato, ma per i gay di tutto il mondo quell’immagine sta diventando il simbolo dell’amore omosessuale ai tempi delle Piramidi e il sito archeologico è già meta del turismo delle nuove coppie gay anche se i tour operator, preoccupati dalle severe leggi egiziane, non la segnalano tra quelle consigliate. Ora, il bacio dei due giovani addetti alla cura delle mani del Faraone è stato al centro di una conferenza internazionale di studio che si è tenuta all’Università di Swansea nel Galles: secondo gli studiosi la pittura murale rintracciata a Menfi potrebbe essere davvero la prima traccia visibile, datata 4.000 anni fa, dell’amore tra due uomini, un amore omosessuale evidentemente ben visto dalla società del tempo. La prova che le unioni omosessuali erano accettate molto, ma molto prima che l’Inghilterra ammettesse il matrimonio tra Elton John e il suo storico fidanzato. L’abbraccio tra i due ragazzi non è la sola immagine di grande intimità rintracciata: ce ne sono altre, nelle quali i due uomini dipingono uno accanto all’altro, a volte tendendosi la mano, altre abbracciandosi. In due disegni i loro nasi si toccano, e si sa che quel gesto era il massimo dell’intimità ammessa in pubblico. Addirittura, in un’immagine, mentre sono relegate sullo sfondo le rispettive mogli e figli, i due uomini appaiono in primo piano mentre dividono tra loro il banchetto finale, alla vigilia dell’ultimo viaggio, segno che il loro rapporto è il più importante di questa vita. Greg Reeder, egittologo, professore a San Francisco, davanti agli austeri colleghi di Swansea, ha spiegato: “Oggi che il dibattito sulle coppie omosessuali è all’ordine del giorno, la gente vuole guardare al passato e trovare prove che indichino come anche allora potessero esistere delle relazioni consentite dalla società tra persone dello stesso sesso”. Le tombe di Saqqara sono state scoperte nel 1964 da una spedizione di archeologi tedeschi, restaurate negli anni ’70 e aperte al pubblico negli anni ’90, ma gli studiosi aveva faticato a trovare una spiegazione ai disegni che le adornavano perché sono molto rare nell’antico Egitto le immagini di due uomini appartenenti alla stessa classe sociale sepolti insieme. Quelle tombe erano già state spogliate di parte delle reliquie che contenevano, ma sullo sfondo le pitture apparivano intatte, pronte a rivelare le piccanti allusioni riguardo i suoi occupanti. Nemmeno oggi la lettura di quei segni è univoca: se il professor Reever avanza l’ipotesi della relazione omosessuale, altri suoi colleghi preferiscono considerare Niankhkhnum e Khnumhotep, anche per via della similitudine dei nomi, due fratelli, forse gemelli e spiegare così la loro vicinanza. Thomas Dowson, un altro esperto, conclude: “Se anche quel geroglifico non rappresentasse due omosessuali, è comunque importante che queste immagini dell’antichità contribuiscano a contrastare l’omofobia dei giorni nostri”.
(Repubblica, La del 02/01/2006)
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