24/07/2006
Londra, procuratore del caso Lady Diana lascia: troppe pressioni
Londra, procuratore del caso Diana lascia: troppe pressioni
LONDRA (Reuters) – L’inchiesta sulla morte della principessa Diana subirà probabilmente un rallentamento dopo che il procuratore della Corona si è dimesso, motivando la decisione con l’eccessivo carico di lavoro derivante dal suo principale impiego, quello di procuratore della contea di Surrey nel sud dell’Inghilterra, scrivono oggi i giornali.
L’inchiesta condotta da Michael Burgess su Diana, morta in un incidente stradale insieme al suo compagno Dodi al Fayed e all’autista nove anni fa, era iniziata nel 2004.
Burgess ha chiesto che una persona di esperienza prenda in mano il caso, secondo quanto riportato dai quotidiani oggi.
John Stevens, ex capo della Polizia metropolitana che ha guidato l’indagine sulle circostanze della morte di Diana, avrebbe dovuto inviare un rapporto a Burgess il mese prossimo.
Burgess aveva chiesto a Stevens di esaminare l’accusa secondo cui la morte di Diana non sarebbe stata un incidente.
Un’inchiesta francese nel 1999, che stabilì che lo schianto dell’auto su cui viaggiava Diana fu causato dallo stato di ebbrezza dell’autista e dall’alta velocità, non riuscì a far tacere le voci sull’esistenza di un complotto per uccidere Diana e Dodi.
Burgess aveva detto di volere un’inchiesta per mettere fine a queste speculazioni.
Nel giorno in cui questa iniziò nel gennaio 2004, alcuni articoli sostennero che Diana avesse scritto una lettera a suo ex-maggiordomo poco prima di morire, nella quale diceva di sospettare che Carlo stesse cercando di ucciderla.
“Questa particolare fase della mia vita è la più pericolosa”, dice la lettera, secondo gli stralci pubblicati dai medi britannici. “Mio marito sta pianificando ‘un incidente’ nella mia macchina, rottura dei freni e grave infortunio alla testa”.
Commentatori della casa Reale hanno detto che la lettera solleva dubbi sullo stato psicologico di Diana e riduce la credibilità di ogni accusa mossa a Carlo.
Il padre di Dodi, Mohamed al Fayed, proprietario degli esclusivi magazzini di Harrods a Londra, ha detto di credere che suo figlio e Diana furono uccisi dai servizi segreti perché la loro relazione imbarazzava la casa reale.