02/01/2006
Londra dichiara guerra ai clienti delle prostitute
Londra dichiara guerra ai clienti delle prostitute Confisca della patente e nomi sui giornali
LONDRA — Dalle zone di tolleranza alla tolleranza zero. Il governo di Tony Blair fa indietro tutta sui progetti per creare quartieri a luci rosse nelle città britanniche. E annuncia invece una stretta repressiva sull’industria del sesso, in particolare contro i clienti delle prostitute.
La svolta è stata resa pubblica dal sottosegretario agli Interni Fiona Mactaggart: «Non riesco a sopportare l’opinione che la prostituzione sia il mestiere più antico del mondo e che non ci sia nulla da fare per ridurla», ha dichiarato la signora. Dalle parole ai fatti: gli avventori che avvicinano in macchina le signorine sui marciapiedi vedranno la loro patente confiscata senza limiti di tempo e i loro nomi pubblicati sui giornali locali. E la polizia smetterà di chiudere tutte e due gli occhi sui bordelli mascherati da saune e saloni di massaggi. «La prostituzione è francamente intollerabile — ha aggiunto la Mactaggart —. Non è qualcosa con cui la comunità deve convivere. Il nostro approccio sarà: tolleranza zero. Gli uomini che scelgono di avvalersi delle prostitute sostengono indirettamente il traffico di droga e gli abusi sessuali». Il governo laburista seppellisce così le idee avanzate solo 18 mesi fa dall’allora ministro degli Interni David Blunkett, che aveva ventilato la possibilità di concedere alle autorità locali la facoltà di istituire distretti a luci rosse, di concedere licenze a piccoli bordelli e tenere un registro delle lavoratrici del piacere. Un modello sperimentato da anni con successo in Paesi come l’Olanda e la Germania.
Maqueste vedute, sostenute dalla sinistra laburista, si sono scontrate con l’opposizione delle Chiese e delle organizzazioni per la difesa della famiglia, che hanno paventato una legittimazione della prostituzione che incoraggerebbe ancora più donne a entrare nell’industria del sesso. In Gran Bretagna la prostituzione non è illegale di per sé, maè controllata da un’intricata serie di leggi, alcune delle quali risalgono al Quattordicesimo secolo. Una donna che fa commercio di sé in un appartamento è ammessa, ma due donne che fanno la stessa cosa sotto lo stesso tetto no, perché vengono a costituire un bordello, la conduzione del quale è contro la legge. È altresì un reato indurre una donna a diventare una «prostituta comune» o vivere sui guadagni di una prostituta, come è proibito offrire servigi sessuali in luoghi pubblici. In realtà il giro di vite del governo è diretto soprattutto contro il livello più basso del mercimonio, quello da marciapiede: delle 80 mila meretrici stimate nelRegno Unito, il 95 per cento è allo stesso tempo vittima dell’eroina o della cocaina. Ma in realtà l’industria del sesso è una piramide a più strati: c’è il livello da cabina telefonica, che a Londra sono tappezzate di cartoline pubblicitarie di call girls, fino ad arrivare alle escort di lusso che gestiscono il proprio sito internet e offrono prestazioni che partono dai 500 euro all’ora.
I nuovi piani del governo britannico hanno già raccolto sventagliate di critiche, a partire dalle signorine interessate. Niki Adams, del Collettivo prostitute inglesi, ha affermato che la tolleranza zero non farà altro che gettare le donne in condizioni di lavoro più pericolose: «Avrà un impatto assolutamente devastante: il governo sta solo usando la promessa di garantire l’accesso a più servizi come copertura per una politica del tutto repressiva ». Un punto di vista condiviso dall’opposizione liberaldemocratica. «E’ probabile che la prostituzione resti la più antica professione britannica e l’approccio più efficace al problema richiede di indirizzarla piuttosto che tentare di mettervi fine del tutto», ha sostenuto Mark Oaten, portavoce dei Libdem per gli affari interni.
Luigi Ippolito
30 dicembre 2005