LA REPUBBLICA – 02/04/2005
Lacrime per Billy Elliot in musical
A Londra “standing ovation” alle canzoni di Elton John Tre protagonisti e tre cast diversi per le leggi inglesi sull´utilizzo dei minorenni in scena
DAL NOSTRO INVIATO GIUSEPPE VIDETTI LONDRA
Nord dell´Inghilterra, anno 1984. In un paese devastato dalla disoccupazione, con i minatori in sciopero che inveiscono contro Margaret Thatcher, un bimbo di 11 anni orfano di madre, Billy Elliot, sogna di diventare ballerino. Complici il fantasma della mamma, la maestra di danza che guida una classe sgangherata di sole bambine per 50 penny a lezione e l´amico del cuore che lo esorta a essere se stesso e seguire il proprio istinto. Gli altri, il resto del paese, tutti contro. Soprattutto il burbero genitore che lo vorrebbe pugile provetto e reagisce violentemente quando scopre che il ragazzo «è contaminato da quella orrenda passione da finocchio». La storia, tenera e intrigante, ha già commosso il pubblico al cinema. Billy Elliot, diretto nel 2000 da Stephen Daldry, ha avuto tre nomination all´Oscar ed è diventato un film culto. Ora lo stesso team ha trasformato quel film in una commedia musicale di tre ore (costo 9 milioni di euro), la più attesa della stagione, in scena al Victoria Palace Theatre di Londra dall´11 maggio. Ma questa volta, accanto ai nomi di Daldry e dello sceneggiatore Lee Hall, ci sono anche quelli di Elton John, che ha composto le musiche, e del suo compagno David Furnish, che figura tra i produttori di Billy Elliot – The Musical. Giovedì sera, prima preview davanti a una platea, l´atmosfera era quella delle grandi occasioni, ma la composizione del pubblico decisamente originale. Una marea di adolescenti affollava ogni ordine di posto. «Piansi a dirotto quando vidi il film al festival di Cannes», ricorda Elton John. «La storia di Billy, figlio di proletari con ambizioni artistiche fuori dalla sua portata, ha molte similitudini con la mia adolescenza. Da ragazzo, sognavo di fare il musicista. Riuscii a realizzare le mie ambizioni grazie al supporto incondizionato di mia madre e di mia nonna». «Il papà di Elton era un militare, decisamente poco sensibile alla musica e ostinatamente contrario al fatto che suo figlio potesse solo sognare di diventare un cantante pop», precisa David Furnish. Liam Mower (già membro del Royal Ballet), 12 anni, il primo dei tre Billy Elliot selezionati tra tremila ragazzi a essere andato in scena, ha letteralmente fatto venire giù il teatro in parecchi momenti dello spettacolo. Quando per la prima volta partecipa a una lezione di danza in mezzo a sole bambine in tutù impegnate in una specie di «truc à plume» alla Zizi Jeanmaire; quando legge (anzi, canta su musica di Elton John) alla sua insegnante la lettera che gli ha lasciato sua madre in eredità; quando rabbioso prende a sassate gli scudi della polizia che carica la manifestazione dei minatori; quando insieme al suo amico inscena un esilarante spettacolino «en travesti»; quando audacemente sfida il collerico papà e con la sua arte, come Dio ad Abramo, riesce a fermare la mano che sta per colpirlo; quando vola sul palco (agganciato a una fune d´acciaio) ormai completamente in preda al suo sogno; infine quando, convocato dal Royal Ballet, abbandona la casa paterna e la nonna che gli ha fatto da madre alla volta di Londra per diventare cigno. La ricerca dei personaggi è stata estenuante. Per la legge inglese i bambini non possono lavorare più di tre giorni a settimana e comunque non oltre sei mesi. Per questo la produzione ha dovuto allestire tre compagnie di giovani (sono quindici i minori in scena) ognuna capitanata da un diverso Billy Elliot (al giovane Mower si alternano James Lomas e George Maguire). I piccoli devono saper ballare, recitare, cantare, fare numeri acrobatici. E devono essere coperti da una speciale assicurazione. Il musical, come si è visto l´altra sera, non è del tutto privo di rischi. Il palcoscenico è irto di insidie. Una botola lasciata inavvertitamente aperta ha rischiato di inghiottire il protagonista e uno spessore non perfettamente rientrato ha causato la caduta, fortunatamente non rovinosa, di Haydn Gwynne (la maestra di danza). Lo spettacolo è stato sospeso per qualche minuto, ma nessuno tra il pubblico ha osato fiatare. A recuperare l´intensità sono bastate le canzoni scritte da Elton John per il finale. Una su tutte, «Electricity», che il bimbo intona all´audizione per il Royal Ballet: tutti in piedi, una standing ovation quando ancora mancava un´ora alla fine. http://credit-n.ru/offers-zaim/sms-finance-express-zaimy-na-kartu.html http://credit-n.ru/blog-listing.html