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La grande sete di Londra: portiamo un iceberg dal Polo

La grande sete di Londra: portiamo un iceberg dal Polo

Siccità, acqua già razionata nel Sud del Paese. I divieti: annaffiare, lavare auto, riempire piscine

Da un articolo di G. Santevecchi

http://corriere.it

LONDRA — Convogli di petroliere con le cisterne riempite d’acqua. O iceberg rimorchiati lungo il tamigi. O sistemi per creare nuvole e provocare la pioggia. «Dobbiamo esaminare tutte le soluzioni possibili, anche quelle che possono sembrare insensate» dice Richard Aylard, di Thames Water, la società privata che rifornisce la rete idrica di Londra e i suoi oltre otto milioni di abitanti. Da maggio dell’anno scorso nel Sud dell’Inghilterra è caduto il 20 per cento di pioggia in meno della media e già le regioni intorno alla capitale devono fare i conti con «drought order», i provvedimenti antisiccità.

Vietato ogni uso di acqua non indispensabile. Quindi la gente del Surrey e del Kent non potrà annaffiare i giardini e i prati di casa, riempire le piscine, lavare le auto con le pompe. Ingialliranno anche i parchi e i campi da golf e si teme per l’erba di Wimbledon che aspetta a giugno il torneo di tennis. Ma non c’è da scherzare: «I fiumi e le riserve sotterranee sono in secca. Siamo di fronte al rischio della più grave siccità in cent’anni», ha detto il sottosegretario all’Ambiente Ian Pearson. E ha ammonito: «C’è la possibilità reale che questa estate la gente debba fare la coda di fronte a fontanelle d’emergenza».

E ora il governo ha chiesto a Thames Water di valutare attentamente l’ipotesi del razionamento per l’area di Londra. Ecco perché anche l’idea bislacca di rimorchiare uno o più iceberg nel tamigi viene considerata. Subito scartata la possibilità di portare acqua con i camion dal Nord dell’Inghilterra e dalla Scozia perché qui si tratta di rifornire milioni di persone. Impossibile anche collegare gli acquedotti delle zone risparmiate dalla siccità con quelli in secca perché il pompaggio sarebbe troppo costoso.

Negli anni Settanta al largo di Terranova fu fatto l’esperimento di trainare gli iceberg per ripulire le rotte commerciali insidiate dai ghiacci. E nel 1977 il principe Mohammed al Faisal sognò di risolvere la perenne crisi dell’Arabia Saudita con montagne di ghiaccio trascinate via mare. Tecnicamente fattibile, ma gli scienziati hanno calcolato che l’80 per cento di un iceberg si scioglierebbe durante il trasporto, rendendo antieconomica l’operazione.

E anche di economia si parla, perché le 23 società private che dagli anni Ottanta distribuiscono l’acqua nel Regno Unito l’anno scorso hanno registrato profitti operativi per 1.996 milioni di sterline e ora si scopre che le loro tubature obsolete sono responsabili di perdite per 3,6 miliardi di litri d’acqua al giorno. C’è già chi invoca la ristatalizzazione.

I giornali ricordano la grande siccità del 1976, con le file di fronte alle fontanelle pubbliche dove nacquero amicizie e amori. Allora il premier James Callaghan nominò un ministro alla siccità che chiamò i reporter a casa per mostrare come anche lui stesse dando il buon esempio: «Faccio il bagno nella vasca insieme con mia moglie». E sugli autobus comparvero scritte di pubblicità progresso: risparmiate l’acqua, bevete latte. Ma fingendo di scherzare, gli inglesi danno il meglio proprio nelle situazioni di crisi, grazie all’immaginazione e alla tenacia: dopo la Seconda guerra mondiale (vinta) le tessere annonarie restarono in vigore per anni e alle Olimpiadi di Londra nel ’48 il Villaggio Olimpico era costituito da vecchie baracche della Raf.

Previsioni meteo surreali per il fine settimana: venti monsonici e pioggia causati dal caldo eccessivo dell’inizio di maggio.
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