14/04/2006
Londra, intervento choc a 10 anni dal trapianto riparte col cuore vecchio
Londra, intervento choc a 10 anni dal trapianto riparte col cuore vecchio
Daniela Daniele (tratto dal quotidiano La Stampa http://www.lastampa.it/)
ROMA. Dopo aver «riposato» per una decina d’anni, confidando nell’aiuto di un suo simile ricevuto da un donatore, il vecchio (si fa per dire) cuore di una ragazzina ha ricominciato a funzionare come si deve. Così, quello donato, dopo aver portato a termine il proprio compito, è stato tolto dal petto della creatura che aveva contribuito a tenere in vita. E ora si parla di intervento eccezionale, il primo del genere in Gran Bretagna e, sostengono i cardiochirurghi che l’hanno eseguito, quasi sicuramente anche il primo nel mondo. A descrivere il caso della dodicenne Hannah Clark, originaria del Galles, sono i medici del Great Ormond Street Hospital for Children di Londra. L’adolescente aveva subito un trapianto eterotopico quando aveva appena due anni: l’operazione consiste nell’affiancare il nuovo organo a quello vecchio, non più funzionante, che però rimane al proprio posto. Negli ultimi tempi, però, erano sorte complicazioni non da poco: l’organismo della ragazza aveva incominciato a reagire male ai farmaci anti rigetto. I chirurghi hanno quindi deciso di eliminare il muscolo cardiaco del donatore. «Abbiamo scoperto che il vecchio cuore della ragazza funziona abbastanza bene – spiega un portavoce dell’ospedale -. Rimuovendo l’organo trapiantato siamo stati, così, in grado di eliminare i farmaci anti-rigetto». E il vecchio cuore, «ripristinato», è tornato a scandire, regolare, i suoi battiti. Ora la ragazza sta recuperando molto bene. I chirurghi hanno dichiarato che sarebbero sorpresi se qualcuno sostenesse di aver già fatto un intervento simile: «Crediamo sia il primo al mondo». Sir Magdi Yacoub, il chirurgo che aveva eseguito il trapianto originale, si è detto molto felice che il cuore della ragazza abbia ripreso a lavorare così bene. «Ora è praticamente normale – ha detto il medico, di origini egiziane, alla Bbc Radio – questo è davvero un lieto fine». Secondo i medici britannici, si tratta di un importante sviluppo nel trattamento delle persone con cardiomiopatia. «Alcuni chirurghi, come Yoacoub, hanno pensato a lungo che un cuore in difficoltà, a causa di un’infiammazione acuta, avrebbe potuto recuperare la funzionalità se fosse stato messo a riposo – spiega Peter Weissberg della British Heart Foundation -. Ebbene, questo sembra proprio il caso della ragazza. L’organo trapiantato ha permesso a quello originale di prendersi una pausa». Entusiasta Bruno Gridelli, direttore scientifico dell’Ismett, l’Istituto mediterraneo dei trapianti di Palermo. «E’ certamente un annuncio molto interessante – commenta -. Il trapianto di cuore eterotopico, o ausiliario, ha precise indicazioni, abbastanza ristrette, e si fa da tempo: di fianco al cuore nativo si pone quello del donatore, che non ne sostituisce completamente la funzione, ma in parte». La novità consiste nel fatto che, rimosso il cuore trapiantato, quello nativo ha ripreso a funzionare bene. «Questo dimostra ciò che negli ultimi tempi si è ormai capito – spiega il dottor Gridelli -. Anche il cuore mette in atto processi di autorigenerazione e autoriparazione, efficaci nel farlo guarire da alcune patologie». Un concetto che sta alla base dell’ultima frontiera della medicina: la genetica. «Si è compreso che i processi di autorigenerazione del cuore intervengono normalmente – continua il medico -. Però, spesso non sono sufficienti per riparare certi danni. Questa è la ragione per la quale, in più parti nel mondo, si stanno attivamente studiando trial clinici con l’iniezione di cellule staminali nel cuore, proprio allo scopo di aiutarlo a ripararsi». Che cosa è accaduto, dunque, alla piccola Hannah? «Probabilmente – conclude Gridelli – nel corso di questi dieci anni durante i quali il suo cuore è stato a riposo, e senz’altro anche grazie alla giovane età del soggetto, si sono messi in atto proprio quei processi di autoriparazione. Questa è una bellissima notizia e credo sia davvero la prima volta che accade nel mondo. Per non parlare del fatto che conferma tutto quanto avevamo appreso dall’osservazione dei modelli animali in laboratorio».