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CLARKE ESCLUDE ALTRE MODIFICHE ALLA CLASSIFICAZIONE CANNABIS

CLARKE ESCLUDE ALTRE MODIFICHE ALLA CLASSIFICAZIONE CANNABIS
Tratto da Guardian.co.uk

Traduzione a cura di Marcella Casu

LONDRA, 19 gennaio 2006 – Il Ministro dell’Interno, Charles Clarke, ha oggi escluso una nuova modifica alla classificazione della cannabis, nonostante notizie recenti suggeriscano che la sostanza possa causare gravi danni mentali.

Clarke ha dichiarato che la cannabis non verrà portata nuovamente in classe B, mentre ha invece annunciato l’iniziativa di una campagna di salute pubblica finalizzata a informare la popolazione dei rischi per la salute associati al suo uso.

Il Ministro ha comunicato ai parlamentari che la propria decisione di mantenere la cannabis in classe C va nella direzione suggerita dll’Advisory Council on the Misuse of Drugs ed è stata sostenuta dalla polizia e dalla maggior parte delle organizzazioni che si occupano di droga e di salute mentale.

Sembra che il rapporto dell’ACMD, che non è stato reso pubblico, abbia concluso che il rischio di schizofrenia derivante dall’uso di cannabis sia “davvero insignificante”.

Pare che nel rapporto si sostenga che la cannabis sia una sostanza “notevolmente meno” dannosa rispetto a quelle attualmente classificate in classe B, incluse le anfetamine come lo speed e i barbiturici.

Cliff Prior, direttore generale dell’organizzazione per la salute mentale Rethink, ha accolto positivamente la scelta di educare meglio la popolazione sul legame tra l’uso della cannabis e la salute mentale.

“Vogliamo che la gente comprenda nel modo più chiaro possibile il legame esistente tra l’uso prolungato della cannabis in giovane età e la schizofrenia”, ha dichiarato.

“Questo è un enorme problema di salute pubblica e può avere gravi conseguenze per molte migliaia dei quattro milioni di consumatori abituali di cannabis di questo Paese”.

Lo scorso anno Clarke commissionò la revisione della classificazione della cannabis risalente al 2004, quando riconobbe che il cambiamento di classe aveva creato confusione nella popolazione circa lo status legale della sostanza e i suoi rischi per la salute.

In seguito alla riclassificazione, una serie di studi suggerirono un legame tra cannabis, schizofrenia e depressione.

Uno di questi, realizzato in Nuova Zelanda, sosteneva che l’uso abituale di cannabis aumentasse il rischio di acquisire, più avanti negli anni, sintomi di psicosi.

Secondo un altro studio, effettuato dall’Università di Maastricht, l’assunzione della sostanza “aumenta moderatamente” le probabilità di sintomi di psicosi nei giovani, ma gli “effetti sono molto maggiori sui soggetti che mostrano predisposizione alla psicosi”.

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