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Cosa vedere a Londra (150 luoghi) Impara l'inglese: archivio di oltre 200 mila testi di canzoni 


Owen: Mondiale finito, carriera a rischio

Owen, Mondiale finito, carriera a rischio: dopo il grave infortunio contro la Svezia Owen è volato … 
 
http://iltempo.it
… in Inghilterra con la promessa però di rientrare in Germania in caso di finale. Una stagione tutta da dimenticare, quella dell’attaccante del Newcastle, tornato la scorsa estate in Premierhsip dopo una parentesi non felice al Real Madrid. Infortunatosi al metatarso del piede destro il giorno di capodanno, ha collezionato solo 10 presenze con la maglia dei Magpies nell’ultima stagione. Quindi il precipitoso rientro proprio alla vigilia del mondiale, gli spezzoni di partita, nient’affatto convincenti, contro Paraguay e Trinidad e Tobago, infine la lesione del crociato dopo appena un minuto di gioco contro gli svedesi. Le previsioni mediche indicano uno stop dai 9 ai 12 mesi, che non solo pesano enormemente sulle speranze mondiali dell’ Inghilterra, ma soprattutto rischiano di compromettere la prossima stagione dei Magpies. Dopo gli esami effettuati all’ospedale, Owen, 26 anni, è volato a casa con la moglie Louise e la figlia Gemma a bordo di un jet privato, messogli a disposizione dalla Fa. «È tutto molto triste – ha commentato il capitano David Beckham -. Michael è uno di quei giocatori di cui si ha sempre bisogno nei grandi tornei. È una sfortuna per lui e per noi». Altrettanto dispiaciuto il Ct Sven Goran Eriksson, che ora in attacco potrà contare solo su Rooney, lontano dalla migliore condizione fisica, e Peter Crouch, con Walcott ancora in naftalina. La Fa ha fatto sapere che coprirà tutti i costi medici dell’operazione e della riabilitazione, mentre l’assicurazione della federazione SGB Brokers corrisponderà al giocatore lo stipendio nel periodo di inattività (Owen guadagna sei milioni). «Ovviamente è terribile aver subito questo infortunio e dover rinunciare alla Coppa del Mondo – si legge in un comunicato diffuso da Owen -. ho capito subito la gravità di quanto era successo. Ho detto a Sven che voglio la medaglia al collo, a Berlino per la finale ci sarò».

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Aste: e' boom a Londra, 500 milioni di euro in 7 giorni

ASTE: E’ BOOM A LONDRA, 500 MILIONI EURO IN 7 GIORNI

http://ansa.it
LONDRA – Sedici milioni di sterline per un Modigliani; poco meno di dodici per uno Schiele confiscato dai Nazisti durante la guerra e creduto disperso; l’immancabile Picasso per quasi sette milioni e mezzo e un disegno di Degas per poco meno: sono solo alcuni tra le opere vendute a prezzi da record negli ultimi giorni a Londra. Una settimana senza precedenti per le due storiche case d’aste britanniche, Sotheby’s e Christiés, che con gli ultimi lotti da battere stasera totalizzeranno, secondo le stime, circa 260 milioni di sterline (quasi 500 milioni di euro).

Le cause del nuovo boom dell’arte, dicono gli esperti, stanno nel dollaro debole – che fa sì che molte opere che non normalmente sarebbero vendute in dollari a New York vengono invece messe all’asta in sterline a Londra – e in un’ondata di nuovi ricchi, provenienti da Russia, Medio Oriente e Asia con molti soldi da spendere.

La capitale mondiale del commercio d’arte è, tradizionalmente, New York ma Londra ha quasi colmato il divario, secondo l’esperta del ‘The Art Newspaper’ Georgina Adam. E si tratta di un boom tanto più significativo perché ha rivitalizzato un mercato, quello degli impressionisti e dei ‘classici moderni’ (artisti fino alla prima metà del ‘900), dato per moribondo fino a qualche anno fa.

”Cinque o sei anni fa,” racconta uno dei membri del consiglio di amministrazione di Sotheby’s Europe, Helena Newman, “si diceva che gli Impressionisti erano morti, che non c’era più mercato e che tutti volevano solo arte contemporanea. Ma gli ultimi eventi dimostrano che, quando ci sono delle opere di grande livello degli Impressionisti, allora arrivano anche i compratori”.

Il successo della settimana londinese è anche il frutto del grande clamore mediatico che ha accompagnato le aste quest’anno. La presenza di alcune opere di grande rilievo ha portato ad alcuni prezzi da record, che a loro volta attirano nuovi capolavori da mettere in vendita. Sono stati messe all’asta anche opere che erano stati tesori di famiglia per generazioni, come il trittico di Francis Bacon che sarà battuto oggi da Christiés, proprietà per decenni di un amico dell’artista. In alcuni casi, si tratta di pezzi rubati dai nazisti e recentemente ricuperati dalle famiglie dei legittimi proprietari.

I ‘nuovi ricchi’ russi, cinesi e indiani, insieme agli ormai abituali giapponesi, stanno conquistando spazio in un mondo tradizionalmente dominato da americani ed europei. Ma diversamente dall’ultima ondata di aste-record alla fine degli anni ’80, non si tratta di speculatori con soldi presi in prestito. ”Questa volta la gente ha i soldi”, dice la Adam, e non li spende sconsideratamente. I nuovi acquirenti comprano anche molta arte tradizionale dei loro paesi.
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Eurotech:WearablePc vince a Londra premio "Prodotto piu' innovativo"

Eurotech: WearablePc vince a Londra premio “Prodotto più innovativo”

http://finanza.repubblica.it

(Teleborsa) – Roma, 23 giu – Eurotech rende noto che il WearablePC ha ottenuto il premio per il prodotto più innovativo presentato alla fiera Soldier Technologies 2006 tenutasi a Londra. Alla manifestazione Eurotech ha partecipato con un prototipo della nuova famiglia di computer indossabili Zypad. Il nuovo Zypad WL 1000 verrà presentato in anteprima il 28 giugno alle ore 11 a Milano presso Borsa Italia. Roberto Siagri, Presidente e CEO, ha così commentato:”Siamo orgogliosi che le nostre tecnologie innovative vengano riconosciute in ambito internazionale.”

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Londra, sui mezzi si lascia di tutto

Londra, sui mezzi si lascia di tutto

http://tgcom.mediaset.it
Cosa hanno in comune una latta di sperma di toro, una bara e tre maschere antigas? Sono solo alcuni dei più strambi oggetti dimenticati nei mezzi pubblici londinesi, 150mila solo nell’ultimo anno. La lista degli oggetti smarriti in metropolitana, bus e taxi comprende 26mila borse, più di 24mila libri, 14mila telefoni cellulari e 6mila ombrelli.
“Riceviamo 800 pezzi al giorno – dice Ted Batchelor, capo dell’ufficio oggetti smarriti di Baker Street – nella maggior parte dei casi si tratta del classico guanto spaiato o di un libro consunto. Ma a volte capita di avere a che fare con veri e propri tesori”. Come il sacchetto di diamanti, del valore di 60mila euro, dimenticato da un uomo d’affari nel portabagagli di un “black cab”, il caratteristico taxi londinese. O le decine di Rolex, lasciati sugli autobus e mai reclamati.Già, che fine fanno gli oggetti smarriti sui mezzi pubblici e non richiesti dai legittimi proprietari? Dopo il “posteggio” di tre mesi negli armadi di Baker Street, vengono messi all’asta. Circa 250mila euro, tanto ha ricavato l’ufficio “Oggetti smarriti” di Londra, mettendo all’incanto gli ultimi oggetti ritrovati. Così si possono trovare televisori al plasma, divani letto, canotti e motofalciatrici. Tutta merce incredibilmente lasciata sui mezzi da passeggeri parecchio distratti e acquistabile a prezzi modici. C’è qualcosa, però, che non si riesce a vendere neanche fissando il prezzo di partenza a una sterlina: occhi di vetro, gambe di legno, urne cinerarie. Per questo genere di mercanzie, si sa, è preferibile non attingere al mercato dell’usato. 

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Londra studia il rating dei video web

Londra studia il rating dei video web

http://punto-informatico.it

articolo di Tommaso Lombardi
Il governo britannico deciderà se estendere ai video su Internet le attività dell’ufficio per la censura degli audiovisivi tradizionali: in arrivo bollini e divieti?
 

Londra – La British Board of Film Classification, l’ente britannico che vigila sui contenuti dei film per il piccolo e grande schermo, ha proposto l’adozione di rating per gli audiovisivi online. Se l’amministrazione Blair dovesse approvare la proposta normativa, i filmati distribuiti attraverso le piattaforme interattive come il celebre YouTube, ad esempio, dovranno essere controllati e “marchiati” con bollini, così da fornire indicazioni immediate sulla natura dei contenuti proposti.

La notizia arriva dal quotidiano The Guardian, che commenta: “La BBFC corre il rischio di dover passare qualche secolo a censire i contenuti online, se vuole applicare i metodi classici finora utilizzati per la regolamentazione di TV e cinema”. La possibilità di fruire dei contenuti multimediali direttamente dal browser, in modo immediato e pratico grazie a connettività veloce ed interfacce web intuitive, ha portato ad una crescita esponenziale e senza controllo dei contenuti audiovisivi, soprattutto per quanto riguarda i filmati autoprodotti.

È per questo che i portavoce degli uffici di BBFC fanno sapere che la proposta di censire i contenuti online è un’occasione per sperimentare un approccio alternativo alla questione. “Non vogliamo bloccare l’accesso a nessun tipo di sito, così come non vogliamo oscurare alcunché”, dice la rappresentante di BBFC, Sue Clark: “Crediamo soltanto che la maggior parte dei filmati pubblicati su Internet non siano adatti alla totalità del pubblico e non sia esattamente ciò che la maggior parte delle persone vorrebbero vedere”.

Clark parla ad esempio di alcuni montaggi amatoriali, diffusi soprattutto sulle reti P2P, che uniscono numerosi filmati estrapolati sul terrorismo islamista: immagini violente e forti, dove ad esempio viene mostrata la decapitazione di un ostaggio. Secondo la legge britannica, un tale montaggio distribuito attraverso i canali tradizionali avrebbe ottenuto un rating simile al nostrano “VM 18”, mentre su Internet non esiste alcun tipo di etichetta o codice che ne permetta l’identificazione immediata.

È per questo che, conclude Sue Clark, “servirebbe un sistema standard per separare le categorie dei contenuti online, così che le persone capiscano subito se si tratta di materiali che possono vedere o meno”. BBFC intende avviare trattative direttamente con i content provider e con tutte le aziende che operano nel settore della diffusione dei contenuti online: l’obiettivo sarebbe una sorta di codice d’autoregolamentazione per gli editori digitali.

La domanda nasce quindi spontanea: se al giorno d’oggi chiunque può diventare editore, come è possibile avere un sistema di autoregolamentazione talmente ampio e condiviso da comprendere tutta la popolazione online? Il problema, almeno per il momento, non sembra sfiorare i pensieri dei legislatori e dei censori britannici.

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