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Ryanair, Alghero- Liverpool dal 3 ottobre

Ryanair, Alghero- Liverpool dal 3 ottobre
 
Roma, 9 par. (Adnkronos) – Partira’ il prossimo 3 ottobre il nuovo volo Ryanair da Alghero a Liverpool. Il collegamento si terra’ tre volte alla settimana: dalla Sardegna il lunedi’ alle 21.15 e il venerdi’ e la domenica alle 21.55; dalla citta’ inglese si parte invece il lunedi’ alle 17.10 e il venerdi’ e la domenica alle 17.50. Dalla primavera 2007 il volo potrebbe diventare quotidiano. Le tariffe sono fissate a partire da 3,99 euro, tasse escluse. Intanto, e’ gia’ partito il primo volo da Alghero per Pisa. Con le nuove due rotte salgono a 6 le citta’ collegate ad Alghero da Ryanair: Roma, Pisa, Francoforte, Barcellona, Londra e Liverpool. Da Liverpool, sempre il 3 ottobre, Ryanair lancera’ anche il collegamento con Ancona, portando a 2 le destinazioni servite da quest’aeroporto insieme al volo per Londra. Il nuovo volo per Liverpool sara’ operativo 3 volte alla settimana il martedi’, giovedi’ e il sabato.  http://credit-n.ru/offers-zaim/creditter-srochnye-zaymi-online.html http://credit-n.ru/zaymyi-next.html

Al-Qaeda non c'entra con attentati 7 Luglio

Al-Qaeda non c’entra con attentati 7 Luglio

(Rai News24) Al-Qaeda, la rete terroristica internazionale di Osama bin Laden, non ha avuto alcun ruolo negli attentati del 7 luglio scorso a Londra, che sono stati invece pianificati e realizzati ‘in economia’, grazie a informazioni trovate su Internet. E’ quanto rivela oggi l’Observer, l’edizione domenicale del quotidiano britannico Guardian.

Secondo indiscrezioni raccolte dal giornale, gli inquirenti hanno concluso che gli attentati – i più gravi mai avvenuti sul suolo britannico, con 56 morti, tra cui l’italiana Benedetta Ciaccia – sono stati il frutto di un complotto, “semplice e poco oneroso”, ideato da quattro kamikaze che sognavano il martirio.
  
Si è trattato insomma, a quanto affermerebbe il primo rapporto sulle stragi, di un’operazione su piccola scala dei quattro attentatori soltanto, e non di una rete terroristica internazionale.
  
L’ Observer cita la prima versione del rapporto definitivo del governo sugli attentati, le cui conclusioni verranno pubblicate integralmente tra qualche settimana.

“Gli attacchi di Londra sono stati un’operazione semplice e poco ambiziosa, realizzata da quattro uomini in apparenza normali utilizzando Internet”, ha detto una fonte governativa al domenicale.
  
Mohammad Sidique Khan (30 anni), Shehzad Tanweer (22), Hasib Hussain (18) e Germaine Lindsay (19) si sono fatti saltare in aria in tre punti della metropolitana londinese e su un autobus azionando cariche esplosive contenute nei loro zaini.

Secondo gli inquirenti, la fabbricazione delle bombe è costata poche centinaia di euro. Il rapporto mette in dubbio d’altra parte l’esistenza di un quinto kamikaze, suggerita da alcuni indizi.
  
Viene inoltre esclusa l’ipotesi di un eventuale appoggio di al-Qaeda, anche perché – afferma il giornale – un video che mostra Sidique Khan, il presunto cervello del gruppo, assieme ad Ayman al Zawahri, considerato il ‘numero due’ della rete guidata da bin Laden, è stato realizzato dopo le esplosioni e non prima.
 
Tuttavia, concludono gli inquirenti secondo l’ ‘Observer’, i viaggi di Sidique Khan in Pakistan potrebbero aver fornito ispirazioni ai quattro attentatori.
  
Il rapporto esamina inoltre il comportamento psicologico dei terroristi – tre britannici d’origine pachistana e uno d’origine giamaicana convertito all’Islam – nei mesi precedenti le stragi. Si rileva che conducevano tutti una doppia vita, aderendo a una interpretazione estremistica dell’Islam pur adottando uno stile di vita occidentale.

Secondo il domenicale, a convincere i quattro a compiere gli attentati è stata l’avversione alla politica estera del governo britannico, giudicato ostile ai musulmani, come pure il desiderio di raggiungere così l’immortalità. http://credit-n.ru/oformit-kredit-online.html http://credit-n.ru/offers-zaim/mgnovennye-zaimy-na-kartu-bez-otkazov-kredito24.html

Dan Brown non ha plagiato

Dan Brown non ha plagiato

LONDRA, 7 aprile (Reuters) – La casa editrice del best-seller “Il Codice Da Vinci”, dello scrittore Usa Dan Brown, ha vinto la causa in Gran Bretagna in cui era accusata di plagio.

Un giudice dell’Alta Corte di Londra ha respinto le accuse di due storici secondo cui Brown avrebbe rubato idee dal loro libro “The Holy Blood and the Holy Grail”.

Gli storici, Michael Baigent e Richard Leigh, avevano fatto causa all’editore britannico di Brown, Random House.

Il giudice Peter Smith ha emesso il suo verdetto alla fine di una causa che è durata circa un mese ed è stata seguita intensamente dalla stampa, dagli avvocati specializzati in copyright e dai fan del romanzo, che ha venduto 40 milioni di copie nel mondo.

Brown ha commentato il verdetto con una nota, dicendo: “Sono contento per il risultato di oggi, non solo da un punto di vista personale, ma anche come scrittore”.

“I libri sono una parte importante della nostra cultura — questo è un bel giorno per chi scrive e per chi ama leggere”. http://credit-n.ru/offers-zaim/migcredit-dengi-v-dolg.html http://credit-n.ru/trips.html

Londra, porte chiuse per l'IVA hi-tech

Londra, porte chiuse per l’IVA hi-tech

(Tratto da punto-informatico.it)
Le frodi hanno superato il miliardo di euro; il Governo anglosassone spinge per un aggiornamento della legge vigente anche a costo di andare contro le decisioni UE
Londra – L’evasione del pagamento dell’IVA legata alle transazioni commerciali fra stati comunitari inizia a preoccupare il Regno Unito. Il Governo di Sua Maestà è intenzionato a sostenere presso la Commissione Europea una decisiva correzione della legge sull’imposta sul valore aggiunto. Her Majesty’s Revenue and Customs (HMRC) – il ministero delle imposte – la scorsa settimana ha confermato che un cambiamento legislativo potrebbe migliorare la sua capacità di fronteggiare il fenomeno del cosiddetto “carousel fraud”, ovvero le truffe d’IVA. In pratica, quando un’azienda inserisce la voce di imposta nelle fatture di vendita, ma poi non si preoccupa di pagarla allo Stato. Un fenomeno che sembra diffusissimo nel settore dell’alta tecnologia.

Secondo il HMRC, i settori con più frodi sono quelli della telefonia e dell’hardware PC, e su tutti il comparto processori. Il commercio fra una nazione comunitaria e l’altra ha fatto dilagare il fenomeno. Il dibattito si è acceso ulteriormente nei toni quando tre imprese anglosassoni non sono riuscite a recuperare l’IVA fatturata da venditori che avevano eluso l’imposta, con conseguenze pesantissime.

Il VAT and Duties Tribunal aveva confermato che il loro diritto non poteva che decadere, dato che i beni acquistati erano stati oggetti di “carousel fraud”. Secondo lo studio di avvocati Peters and Peters, che si è occupato della querelle, Optigen, Fulcrum Electronics e Bond House Systems non “erano altro che commercianti legali specializzati nell’import/export di chip” e totalmente estranei alla frode. “Siamo stati obbligati a cessare l’attività dopo il rifiuto di rimborso dell’imposta, valutato circa 19,3 milioni di euro. Adesso siamo in liquidazione”, ha dichiarato Ian Prescott, socio della Bond House Systems.

Le autorità anglosassoni, poi, hanno richiesto a Bruxelles di poter legiferare al riguardo, inserendo nella legge sull’IVA una norma che permetta il recupero, dalle aziende, dell’imposta non pagata. La Corte Europea di Giustizia si è opposta duramente, dichiarando che “il diritto al rimborso dell’IVA di una persona non può essere precluso dal fatto che a sua insaputa nella catena di commercializzazione vi siano state delle frodi”.

Il sistema anglosassone per il recupero delle imposte è diverso da quello italiano, e forse proprio per questo motivo il problema delle frodi d’IVA è balzato all’onore delle cronache. La proposta anglosassone è di rendere possibile il rimborso solo ed esclusivamente quando i beni vengono venduti ai consumatori, in pratica alla fine della catena di vendita.

“Stiamo chiedendo di operare con condizioni diverse, per rompere il meccanismo che sfruttano i criminali per frodare il fisco”, ha dichiarato un portavoce di HMRC alla testata ZDNet UK. “Spero che la Commissione Europea e gli stati membri guardino con favore alla nostra proposta, e che il Regno Unito possa legiferare al riguardo il più presto possibile”, ha aggiunto Dawn Primarolo, Ministro del Paymaster General. Recentemente anche l’Austria e la Germania si sono espresse a favore di questa iniziativa, ma la Commissione Europea non ha ancora deciso.

HMRC ha rilevato che nel periodo 2004/2005 il valore delle frodi di questo tipo è stato stimato fra gli 1,6 miliardi di euro e i 2,7 miliardi di euro. E questi sono dati che riguardano solo il Regno Unito; si profila quindi, secondo gli analisti, un buco di decine di milioni di euro per gli erari dell’intera Comunità Europea.

Dario d’Elia http://credit-n.ru/vklady.html http://credit-n.ru/offers-zaim/online-zaym-na-kartu-payps.html

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