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Vintage informatico: Londra diventa la capitale con 'Game on'

Vintage informatico: Londra diventa la capitale con ‘Game on’

http://lastampa.it
A Londra, dal 21 ottobre al 25 febbraio, gli amanti del vintage informatico potranno tornare a divertirsi con gli ormai mitici Space Inveders e Pac-Man.

Più di 120 videogiochi, alcuni dei quali risalgono fino agli anni ’60, saranno protagonisti di una mostra, che sarà allestita presso la sede dello Science Museum, per celebrare il fenomeno ludico, ma anche culturale, della diffusione di videogames e consoles.

Dalla grafica a blocchetti, abbinata a strambi effetti sonori, fino alle creazioni più recenti e realistiche, «Game on» ripercorrerà le tappe di un’evoluzione, tecnologica e di intrattenimento, con qualche vera rarità: i visitatori potranno, per esempio, sfidarsi a Space War, il primissimo gioco per computer, apparso nel lontano 1962, e vedere il PDP-1, la macchina sulla quale “girava”.

Il persorso sarà accompagnato da opere d’arte ispirate ai personaggi dei giochi più celebri, tra cui i disegni originali di Shigeru Miyamoto, creatore del protagonista di Super Mario Bros.  http://credit-n.ru/vklady.html http://credit-n.ru/offers-zaim/fastmoney-srochnyi-zaim-na-kartu.html

Londra: The Reverse

Londra: The Reverse 

articolo di Katia de Mei 

Come spesso capita abbiamo bisogno di farci segnalare dall’estero i nostri lavori migliori. E è il caso di The Reverse , album d’esordio del progetto omonimo, che nasce da un’idea originale di DJ Myke (Men In Skratch) e del chitarrista Svedonio. Il lavoro è stato difatti scovato nei meandri dell’incantevole Umbria, dove ha visto la sua origine, da quell’infaticabile talent scout e cool hunter musicale qual’è Jon Sexton della Copasetik Recordings, una delle più interessanti e contaminate label inglesi (ha scoperto e promosso, tra gli altri, nomi del calibro di The Prodigy, Tricky, Massive Attack, Finley Quaye).
Sexton ha deciso quindi di produrre l’album a Londra, facendolo mixare niente meno che al Mayfair Studios da Nigel Godrich dei Radiohead e masterizzare negli storici Abbey Road Studios. In effetti la pasta sonora dell’album risente di questo trattamento di lusso e risulta straordinaria all’ascolto. In particolare i raffinati interventi dello scratch di DJ Myke. Dati questi nobili natali londinesi, l’omaggio ai Beatles non poteva ovviamente mancare. Nell’album è presente una traccia che reinterpreta solo con i giradischi, in una versione stupefacente e dalle atmosfere darkeggianti, il mitico brano di Jon Lennon, Imagine.
E il giradischi, la pratica del djing più autentico, il turntablism, è il cuore generatore di The Reverse. Da mero riproduttore di suono, il giradischi diventa strumento musicale vero e proprio, e costruisce la struttura ritmica portante su cui la chitarra e il basso intervengono. La consuetudine a suonare insieme in studio, in una sorta di jam session aperta, è alla genesi della “reverse music”. Scardina e apre il loop, l’unità minima di senso della musica elettronica, contaminandolo con la pratica di improvvisazione di matrice jazzistica, e anche con l’energia dissacrante del rock. Abolizione spiazzante dei generi musicali quindi, che dall’hip hop arriva con nonchalance al jazz, al funky, al dub. Loro lo chiamano “vintage futurism”: un’inedita mista di sapori diversi.
Un sound che ha conquistato una band che ha rivoluzionato la scena musicale degli anni novanta, i Prodigy, che hanno voluto i Reverse come special guest della loro tournée italiana. Secondo l’autorevole Rolling Stone, si ha sensazione che The Reverse sia “qualcosa di veramente diverso, che in Italia non c’è ancora”. E che qualcosa in effetti stia cambiando lo dice anche il fatto che questo progetto rappresenti una delle novità più sorprendenti nel calendario 2006 di un festival paludato come Umbria Jazz.
Per la cura dell’artwork e dell’immagine visiva del progetto, ha collaborato il writer ed emergente artista visivo zedone, che ha realizzato la divertente ed ironica copertina dell’album e l’agghiacciante serie fotografica Broken arms, i ritratti ufficiali dei componenti del progetto The Reverse, che per identificarsi non mostrano il loro volto ma solo un arto mozzato, intento a suonare.
Al progetto hanno collaborato anche dj Aladyn (Radio Deejay) ai giradischi, Lillo al basso, le voci di Sabrina e Esa, i sintetizzatori di Rastea. In Italia l’album è distribuito dalla Wide Records.
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