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Cosa vedere a Londra (150 luoghi) Impara l'inglese: archivio di oltre 200 mila testi di canzoni 


Aumenta il costo dei trasporti a Londra

Aumenta il costo dei trasporti a Londra

Il biglietto dei trasporti  londinesi (bus e metropolitana), aumenta con il 2007. Anche per i turisti le cose peggiorano, sei euro per corsa. A ben vedere però chi mai fa corse singole… solitamente si comprano “tessere” per una settimana, un mese, o il fine settimana in caso di turisti. Con le travelcard (oppure con la Oyster card) il costo delle corse è molto molto inferiore ai 6 euro, ma anche queste card subiranno aumenti.

Contenti della notizia ovviamente i tassisti! In caso di trasporto di 4 persone di sicuro il taxi sarà più conveniente.

I pendolari e le associazioni dei consumatori si lamentano, consatatando che gli abbonamenti mensili costano a Londra più del doppio rispetto a New York Parigi o Roma. In effetti Londra è la città più cara, seguita da Tokyo, mentre in Europa il prezzo medio di un biglietto è circa 2 euro. http://credit-n.ru/offers-zaim/creditplus-online-zaimi.html http://credit-n.ru/zaymyi-v-ukraine.html

Il legame tra Lawrence e la Sardegna a Londra

Il legame tra Lawrence e la Sardegna a Londra

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L’assessorato alla Cultura della Provincia di Cagliari, in collaborazione con l’associazione Italia-Inghilterra, presenterà nella capitale britannica ilpremio “D. H. Lawrence literary prize”, dedicato alla letteratura da viaggio, il libro “Sardinia without Lawrence” di Nigel Foxell e la mostra di Tore Ligios “La strada felice”, con 45 fotografie che mostrano il paesaggio poco conosciuto dell’interno della Sardegna.
Con Lawrence, anello di congiunzione tra la Sardegna e l’Inghilterra, per la prima volta, un premio letterario ideato dalla Provincia di Cagliari varca i confini dell’Italia.
CAGLIARI – Un libro, un premio, una mostra fotografica. Martedì 18 luglio 2006 l’Istituto di Cultura Italiano nella centrale Belgrave Square di Londra ospiterà il progetto Travelling in Sardinia with D.H.Lawrence promosso dallo Assessorato alla Cultura e Identità della Provincia di Cagliari in collaborazione con la Associazione Culturale Italia-Inghilterra di Cagliari.

Nel corso dell’iniziativa verrà presentato il libro Sardinia without Lawrence di Nigel Foxell, pubblicato da AIPSA Edizioni in italiano nel 2004 e da Hearing Eye Publications in inglese nel 2006. Era il 1921 quando lo scrittore inglese intraprese il suo viaggio in Sardegna, lasciandosi alle spalle il panorama della costa per avventurarsi tra le meno conosciute montagne dell’isola. Il risultato di quel viaggio fu Sea and Sardinia, una vivida ed evocativa ricreazione dei luoghi e della gente dell’isola. Ottantatre anni dopo, lo scrittore inglese Nigel Foxell, ha seguito le tracce di Lawrence tra gli scenari e la gente di Sardegna. Con lo scrittore e storico sardo Luciano Marrocu, Foxell parlerà del suo romanzo Sardinia without Lawrence – La Sardegna senza Lawrence. Durante la serata sarà presentato anche il Premio letterario D.H. Lawrence dedicato a romanzi, racconti e saggi aventi come tema centrale il viaggio. Il Premio, istituito dalla Provincia di Cagliari, mette in palio 15.000 Euro ed è articolato in due sezioni: opere di invenzione e saggistiche pubblicate in italiano o in inglese (possono partecipare autrici ed autori con libri pubblicati nel periodo 2005/06 da editori regolarmente registrati e posti regolarmente in vendita) e opere inedite (racconti e/o diari di viaggio) in italiano.

Verrà inoltre inaugurata la mostra fotografica La Strada Felice, curata da Salvatore Ligios con la realizzazione della galleria Su Palatu: quindici fotografi sardi evocano e celebrano il paesaggio e lo spirito della Sardegna e della sua gente, ciascuno utilizzando un approccio personale. La mostra, 45 fotografie sul poco noto paesaggio dell’interno della Sardegna, rimarrà aperta fino al 25 agosto – dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 17.00.

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Da Stress cronico rischio di diabete

StressDa Stress cronico rischio di diabete
Tratto da Il Pensiero Scientifico Editore
25/01/2006 9.42.00

Lo stress cronico sul lavoro può far ammalare e dietro l’angolo ci sono malattie quali la sindrome metabolica, un insieme di fattori che predispongono fortemente a rischio cardiovascolare e diabete adulto. È quanto evidenziato da un’indagine di Tarani Chandola, del Department of Epidemiology and Public Health, presso lo University College di Londra. Il lavoro, che ha coinvolto 10.308 lavoratori tra i 35 e i 55 anni tenuti sotto osservazione per 14 anni, è apparso sul British Medical Journal.

Lo stress cronico sul posto di lavoro è stato più volte additato come un nemico della salute, con alcuni studi che addirittura lo hanno messo in relazione, ma senza capirne veramente i motivi di fondo, con problemi cardiovascolari. Da questa ricerca potrebbe ora arrivare la spiegazione biologica e quindi anche l’evidenza conclusiva del fatto che condurre una vita professionale molto stressante fa ammalare.

Gli esperti hanno considerato il campione di lavoratori stimando a più riprese il loro livello di stress lavoro-dipendente e poi li hanno visitati stimando vari fattori che sono componenti della sindrome metabolica, quali obesità, pressione alta, livelli alti di colesterolo nel sangue.
Per valutare tutti i fattori potenzialmente legati alla sindrome metabolica gli epidemiologi hanno anche tenuto conto di posizione sociale e comportamenti non salutari sposati dal campione, come il vizio del fumo, il consumo di alcolici, la sedentarietà.

Pur tenendo conto di questi fattori è emerso che gli uomini con lavori che rappresentano una fonte cronica di stress sono il doppio più a rischio di ammalarsi di sindrome metabolica e le donne ancora più degli uomini. A rischiare di più sono gli individui con impieghi di basso livello, confermando il dato che la sindrome metabolica è una malattia diversamente distribuita nei diversi strati sociali e che colpisce soprattutto quelli più bassi. Una possibile spiegazione di questo legame nefasto tra stress lavorativo e malattia potrebbe essere che lo stress prolungato compromette il sistema nervoso.  Alternativamente lo stress cronico potrebbe ridurre la resistenza biologica e quindi compromettere l’equilibrio fisiologico del corpo. Questo studio, hanno concluso i ricercatori, fornisce evidenza della plausibilità biologica del legame tra stress e malattie cardiache.

paola mariano

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Gran Bretagna:Pappagallo fa scoprire amante segreto

PappagalloGran Bretagna:Pappagallo fa scoprire amante segreto 

Leeds, 17 gen . – (Adnkronos) – Da tempo il pappagallo di Chris Taylor, un programmatore di 30 anni residente a Leeds, ripeteva ‘Gary-Gary’. Sortite che non erano del tutto causali, perche’ il volatile pronunciava il nome dello sconosciuto ogni volta che udiva lo squillo del telefono della fidanzata nella casa del padrone. Il mistero si e’ fatto sempre piu’ fitto – secondo quanto riporta il ‘Times’ – allorche’ Chris ha notato che ‘Ziggy’, il suo fedele pappagallino africano, eseguiva puntualmente il tipico schiocco delle labbra che mimano un bacio ogni volta che in televisione veniva nominato un ‘Gary’ qualunque. Il padrone all’inizio e’ rimasto perplesso, poi ha scoperto che il suo pennuto gli stava stava mandando un messaggio inequivocabile. http://credit-n.ru/offers-zaim/4slovo-bystrye-zaymi-online.html http://credit-n.ru/kurs-cb.html

Dodi e Diana assassinati

Lady Diana“Dodi e Diana assassinati”
di ALESSANDRO OPPES

(Gentilmente tratto dal quotidiano la Republica)

MADRID – Un complotto ordito dalla famiglia reale e dai servizi segreti britannici. A cinque anni esatti dalla tragedia di Parigi, da quello schianto mortale nel tunnel dell’Alma, Mohammed Al-Fayed non vede altra spiegazione all’incidente nel quale persero la vita il figlio Dodi e la principessa Diana. “Li hanno assassinati loro”, ringhia il magnate egiziano in una intervista-bomba rilasciata al magazine domenicale del quotidiano spagnolo El Mundo. Dice e interpreta, fa supposizioni e insulta, ma non porta nessuna prova concreta, confidando probabilmente in una nuova inchiesta che a partire dal prossimo anno potrebbe riaprire il caso, dopo la recente nomina di un nuovo giudice istruttore.

La “cospirazione”: una convinzione, anzi una certezza che gli viene dal fatto che i Windsor “non hanno mai accettato Dodi”. E questo, per Al-Fayed, “è razzismo”, proprio come quello del quale lui stesso si sente vittima da anni in Gran Bretagna, unito alle “gelosie e ai pregiudizi” per aver assunto il controllo di Harrod’s, una importante “istituzione” londinese. I rapporti gelidi tra il magnate e Buckingham Palace non sono una novità, ma il livello dello scontro con la famiglia reale non aveva mai raggiunto i toni contenuti in questa intervista, che ha tutto il sapore di un delirio. “Sanno che penso di smascherarli, che non lascerò che se la cavino”.

 

Al-Fayed ne ha per tutti. “Questo è razzismo, ancora una volta. E chi è il razzista? Chi è il principe Filippo? Lo dico in pubblico, quel viscido, che è venuto dal nulla, che è uscito dal niente. Ed eccolo qui, il tipo che sostiene la nazione”, commenta il tycoon egiziano, che condisce il resto del discorso con una raffica di insulti irripetibili. Nella sala del consiglio di amministrazione, ai piani alti dei magazzini Harrod’s, a Londra, Mohammed Al-Fayed prende respiro e riparte all’attacco.

“Dobbiamo credere a questa banda di imbecilli, omosessuali, mascalzoni e gangsters?”, si chiede. “Sono al potere perché sanno quello che fanno, conoscono i segreti e gli scandali, e manovrano gli altri come marionette”. L’odio per la famiglia reale e per i suoi privilegi è sconfinato. “Questa gente vive ancora nell’allucinazione dell’impero coloniale. Guardate quello che stanno facendo con il Giubileo. Quanto costerà? Milioni. La Regina Madre… Centinaia di milioni, forse migliaia. E questa è una democrazia, chiaro. E uno vede che la gente soffre, che non ha niente da mangiare né dove scaldarsi”.

La “democrazia inesistente” è un altro punto chiave della sparata di Al-Fayed, al quale per anni è stato negato il passaporto britannico. “La situazione non cambierà finché non si raggiungerà una vera democrazia, perché l’attuale democrazia britannica è una stupida copertura, una semplice facciata. Siamo dominati dalla classe dirigente e dalla famiglia reale. Loro sono i maestri, e gli altri semplici individui, schiavi, ma non cittadini”. Si sente vittima di un complotto ad altissimo livello, che però stranamente non è riuscito a rovinargli la vita. E lo spiega così: “Sono molto popolare tra la gente comune. Questo è il motivo per cui mi trovo qui, soprattutto dopo la tragedia che è stata per me la perdita di mio figlio”.

E poi la fede. “Non mi colpisce il fatto che vogliano distruggermi. Credi in Dio, fai il bene, sii caritatevole, preoccupati di quelli che ti stanno intorno, condividi i tuoi beni. E Dio ti aiuterà. Se non hai fatto niente di cattivo, non avrai motivo di perdere il sonno. Potrai svegliarti la mattina pensando a vivere giorno per giorno, accada quel che accada, perché sei nelle mani di Dio”. Quando parla della campagna ordita contro di lui, e nonostante faccia mostra di uno scarso interesse per i beni materiali, il magnate egiziano non può in realtà far a meno di riferirsi ai suoi interessi finanziari, a un problema molto terreno, quello delle imposte. “E continua la cospirazione, una cospirazione senza fine, per ultima quella del fisco”, aggiunge.

Si riferisce alla battaglia persa recentemente in tribunale per mantenere un accordo speciale sulle imposte in base al quale gli sarebbe stato permesso di pagare una somma fissa annuale di 240mila sterline (360mila euro) per cinque anni. Un’opportunità concessa a centinaia di investitori stranieri. Ma a lui, la vittima, il perseguitato, no.

(26 agosto 2002)

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