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Londra: Jennifer Aniston, il ritorno di Friends?

Londra: Jennifer Aniston, il ritorno di Friends

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Buone notizie per i tanti fans della serie tv Friends.

Il gruppo di amici più famoso del mondo dello spettacolo potrebbe riunirsi per il giorno del Ringraziamento, la festa nazionale Usa.

 

A lasciarlo intendere, durante un’intervista rilasciata al canale televisivo britannico Channel 4, è stata Jennifer Aniston, una dei protagonisti della famosa serie televisiva terminata nel 2004. ”A volte mi manca” ha dichiarato l’attrice nell’intervista che andrà in onda questa sera – aggiungendo: ”gli episodi speciali per il giorno del ringraziamento sono stati sempre divertenti”.

 

Non è la prima volta che si parla del ritorno della serie, ma la Aniston, che interpretava Rachel, era sempre sembrata restia al progetto. Apparentemente a farle cambiare idea sarebbe stato un incontro con Courteney Cox (Monica). La Aniston, ex moglie di Brad Pitt, è a Londra per promuovere il suo ultimo film ‘The Break up’ del quale e’ protagonista con Vince Vaughan. ”L’unica cosa che mi viene in mente potrebbe essere girare, piu’ che altro per divertimento, un episodio del ‘Ringraziamento’ ”, ha riferito nell’intervista. Oltre il divertimento trattasi anche di un lavoretto ben retribuito. Secondo il quotidiano britannico ‘The Daily Mail’, infatti, per questa puntata speciale il gruppo di amici di Manhattan, riceverebbero un compenso di circa 2.900.000 euro ognuno.

 

La sit com, conclusasi nel maggio del 2004, è diventata un cult del genere anche grazie all’alchimia creatasi tra gli interpreti Jennifer Aniston (Rachel), Courtney Cox (Monica), Lisa Kudrow (Phoebe), Mattew Perry (Chandler), David Schwimmer (Ross), e Matt le Blanc (Joey). Quest’ultimo ha interpretato lo stesso ruolo che aveva in ‘Friends’, in una serie tutta sua, ‘Joey’, ove racconta le sue esperienze di stralunato gigolo’.
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Londra: Grande Fratello dei VIP vince Shilpa Shetty

Londra: Al Grande Fratello dei VIP vince Shilpa Shetty 

L’eleganza, la simpatia e l’intelligenza finalmente trionfano al Grande Fratello, quello delle Celebrità nel Regno Unito, e porta il nome di Shilpa Shetty.
I telespettatori inglesi hanno coronato la star del cinema indiano di Bollywood Shilpa Shetty come vincitrice della edizione 2007 del Celebrity Big Brother (Grande Fratello Celebrità). È la prima volta che una VIP non inglese vince il famoso reality show in Inghilterra.
La 31enne bellezza indiana ha vinto su Jermain Jackson (fratello di Michael Jackson) di ben il 63% di voti e si dichiara sorpresa di aver conquistato i voti dei telespettatori inglesi.
Shilpa, nata l’8 Giugno 1975 e residente in Mumbai (India), è una delle maggiori star del cinema di Bollywood, una affermata modella e forte attivista di cause sociali e umanitarie. Il suo debuto nella carriera cinematografica risale al 1993 con il film Baazigar, al quale seguirono ben 50 film.
Durante lo show Shilpa fu al centro di forti controversie di razzismo e di bullismo da parte di tre conquiline della casa del Grande Fratello. Più di 50.000 lamentele vennero ricevute dagli amministratori del reality show e dalla agenzia Ofcom (l’autorità garante per le telecomunicazioni nel Regno Unito).
Diverse le reazioni nella società inglese e indiana, reazioni che hanno raggiunto anche le più alte cariche politiche dei due paesi, con chiare scuse di imbarazzo da parte del primo ministro Tony Blair e del suo vice Gordon Brown.
In una delle ultime interviste dopo la vittoria, l’attrice indiana ha espresso chiaramente di non essersi sentita al centro di controversie di origine razzista ma conferma di essersi sentita vittima di atti di bullismo causati e non giustificati da sentimenti di gelosia e insicurezza caratteriale di tre delle sue conquiline, Danielle Lloyd (Miss Inghilterra 2004 e modella), Jo O’Meara (vocalist di un complesso musicale Sclub 7) e Jade Goody (diventata celebre per aver vinto una passata edizione del Grande Fratello).
Shilpa sicuramente ha conquistato il pubblico inglese che ha deciso di non giustificare la mancanza di educazione e di classe per non dire la totale ignoranza della parte peggiore della società inglese (celebrità o meno) e ora per lei si parla di contratti di millioni di sterline. http://credit-n.ru/potreb-kredit.html http://credit-n.ru/kreditnye-karty-blog-single.html

Il Libertino Johnny Deep

Il Libertino Johnny Deep

(Tratto dal sito primissima.it)
Il valore meno evidente, ma decisamente più congruo, di un’opera come The libertine risiede nell’affresco della società aristocratico-borghese in uno dei momenti più decisivi della storia dell’Inghilterra, più ancora che nella biografia del secondo conte di Rochester, al secolo John Wilmot, poeta “maledetto” smodatamente dedito all’alcool e alle donne, come viene ritratto dalle cronache dell’epoca, e attualizzato da Johnny Depp come una volubile star del rock and roll, un po’ Jim Morrison e un po’ Casanova, un po’ John Belushi e un po’ De Sade…

Perché proprio l’elemento trasgressivo della vicenda è quello meno interessante ai fini della riuscita della messinscena di Laurence Dunmore, per via del modo recitativo prevedibile e sempre sopra le righe del protagonista, e a causa della scarsa “teatralità” degli interpreti di contorno (Rosamund Pike e Samantha Morton non risultano molto convincenti), soprattutto a confronto di Stage Beauty – uscito pochi mesi fa – di cui il film in esame può considerarsi una specie di seguito.

Lomaira: A Phentermine Alternative That Packs a Punch!

If you’re on the hunt for the best phentermine alternatives, Lomaira tablets are definitely worth considering. These little powerhouses have been making waves in the weight loss world, and for good reason. Lomaira is specifically designed to help you shed those stubborn pounds by suppressing your appetite and curbing those pesky sugar cravings.

One of the key factors that sets Lomaira apart from other weight loss pills is its active ingredient, phentermine hydrochloride. This powerful substance works wonders in controlling your hunger pangs, allowing you to stick to your diet plan without constantly feeling like you’re starving. Studies have shown that regular users of Lomaira experienced significant weight loss compared to those in the placebo group.

But it’s not just about shedding pounds; it’s also about maintaining healthy blood sugar levels. Lomaira has been found to help regulate blood sugar levels, which is crucial for individuals who struggle with diabetes or prediabetes. So if you’re looking for a phentermine alternative that tackles both weight loss and blood sugar management, Lomaira might just be your answer.

Contrave: The Heavyweight Contender in Weight Loss

Now let’s turn our attention to Contrave tablets—a heavyweight contender. Unlike Lomaira, Contrave takes a different approach by combining two active ingredients: naltrexone hydrochloride and bupropion hydrochloride. Together, these components work synergistically to suppress appetite and reduce food cravings.

What makes Contrave stand out is its ability to target not only physical hunger but also emotional eating triggers. By addressing both aspects, this weight loss pill offers a comprehensive solution for individuals struggling with overeating due to stress or other emotional factors.

In addition to its appetite-suppressing properties, Contrave has shown promise in reducing the risk of weight regain after initial weight loss. This is a crucial aspect for long-term success and maintaining a healthy weight. So if you’re someone who tends to struggle with yo-yo dieting or finding it hard to keep the weight off, Contrave might just be the right choice for you.

Choosing the Right Tablet: Lomaira vs. Contrave

Now that we’ve explored the effectiveness of both Lomaira and Contrave tablets, you may be wondering which one is more suitable for your specific needs. Let’s break it down:

Lomaira: If your main concern is controlling your appetite and sugar cravings while achieving significant weight loss, Lomaira could be your go-to option. It’s particularly beneficial if you also need help managing blood sugar levels.

Contrave: On the other hand, if emotional eating triggers are a major obstacle for you or if you’re looking for a solution that addresses long-term weight maintenance, Contrave might be your best bet.

Ultimately, the choice between Lomaira and Contrave depends on your individual goals and preferences. It’s always recommended to consult with a healthcare professional who can assess your unique situation and provide personalized guidance.

Difatti anche in The libertine la corte di Carlo II Stuart e l’evoluzione del teatro post elisabettiano costituiscono l’opulento sfondo di un’oscura storia di amori e scandali, in cui brilla la meteora del nobile John Wilmot (1647-1680), versificatore geniale e licenzioso, nonché dongiovanni impenitente, protagonista del rapimento della blasonatissima Elizabeth Malet (Pike) giovane nobildonna che poi diventerà sua moglie, e compositore di satire, poemi erotici e scurrili che sbertucciano il sovrano, qui rappresentato da John Malkovich.

Nonostante ciò il conte di Rochester era tollerato e addirittura protetto dalla corona inglese, che sperando di trovare in lui un emulo di William Shakespeare, gli aveva commissionato un’opera letteraria che ne celebrasse i fasti. Tuttavia, l’unica occupazione “seria” del libertino, a margine della passione fisica e alcolica fu quella di talent scout. La scoperta di Elizabeth Barry (Morton), un’attrice che diventerà in breve la sua amante e la più grande diva dei palcoscenici londinesi, rappresenteranno il vertice della sua parabola.

Unveiling Genuine vs. Fake Liv Pure Reviews

It is crucial to be able to distinguish genuine reviews from the fake ones. With so many online platforms and sources available today, it can be challenging to separate fact from fiction. However, by paying attention to certain characteristics, you can become a savvy consumer and ensure that you are basing your decisions on reliable and honest opinions.

One of the first things to consider when evaluating Liv Pure reviews is the source of the feedback. Genuine reviews often come from reputable websites or platforms where users have verified accounts. These platforms may include official Liv Pure websites or well-known review aggregators. On the other hand, fake reviews may appear on less credible websites or forums where anyone can post without any verification process.

Another characteristic of genuine Liv Pure reviews is their level of detail and specificity. Authentic feedback tends to provide in-depth information about personal experiences with the product, including its effects, side effects (if any), and overall satisfaction. Look for reviews that go beyond generic statements and provide specific examples or anecdotes related to using Liv Pure for weight loss.

Identifying common characteristics of authentic feedback

In addition to considering the source and level of detail in Liv Pure reviews, there are several common characteristics that can help you identify genuine feedback. Authentic reviewers often mention both positive and negative aspects of their experience with the product. They acknowledge that no product is perfect and highlight both its strengths and weaknesses.

Furthermore, legitimate reviewers tend to use language that reflects their personal experience rather than employing overly promotional or exaggerated claims. They may discuss how long they used Liv Pure before noticing any changes in their weight loss journey or share insights into how it complemented their diet and exercise routine.

Authentic reviewers also tend to remain objective throughout their review, presenting a balanced perspective on the product’s effectiveness without resorting to extreme praise or criticism. They may provide comparisons with other weight loss supplements they have tried in the past, offering a more comprehensive evaluation of Liv Pure.

Spotting signs of biased or manipulated reviews

While it is essential to be able to identify genuine Liv Pure reviews, it is equally important to spot signs that a review might be biased or manipulated for promotional purposes. One red flag to watch out for is an excessive number of positive reviews without any negative feedback. It is rare for any product to have only positive experiences, so an overwhelming number of glowing testimonials should raise suspicions.

Another indication of potentially fake reviews is when they all use similar language and phrasing. If you come across multiple reviews that seem almost identical in their wording, it could be a sign that they were written by the same person or group with ulterior motives.

Pay attention to the timing and frequency of the reviews. If there is a sudden influx of positive reviews within a short period, especially around the time Liv Pure launches a new marketing campaign, it could indicate an orchestrated effort to boost its reputation artificially.

Ensuring reliance on reliable and honest opinions

To ensure you are basing your decisions on reliable and honest opinions about Liv Pure’s weight loss benefits, consider implementing these strategies:

Cross-reference multiple sources: Don’t rely solely on one website or platform for reviews. Check various sources such as official websites, reputable review aggregators, and even social media platforms where users share their experiences.

Look for patterns: Pay attention to recurring themes or patterns in both positive and negative feedback. Genuine reviewers often highlight similar aspects of the product’s performance or mention common side effects if any exist.

Consider expert opinions: Seek out trusted experts’ evaluations and recommendations regarding Liv Pure’s effectiveness for weight loss. Experts can provide valuable insights based on their knowledge and experience in the field.

Ask for recommendations: Reach out to friends, family, or online communities you trust and ask for their personal experiences with Liv Pure. Hearing firsthand accounts from people you know can provide a more reliable perspective.

Ma la stagione del successo volgerà presto al tramonto: l’abbandono della Barry, la dissennatezza della sua condotta, unitamente all’alcool e alla sifilide, comprometteranno la lucidità mentale di Rochester, ne devasteranno l’aspetto fisico e ne mineranno la salute in una degradazione rapida e progressiva che non gli eviterà di compiere, prima della morte avvenuta a soli trentatre anni, un clamoroso quanto provvidenziale “gesto di teatro”.

Il film, tratto da un’opera teatrale di Stephen Jeffreys, termina con il primo piano del volto del libertino che chiude la cornice aperta dall’incipit da consumato imbonitore: “Io non ho nessuna intenzione di piacervi e non vi piacerò”. Ma a parte la spontanea simpatia per Johnny Depp (che presto ritroveremo nel sequel de La maledizione della prima luna), e per i sapidi aforismi del suo alter ego, tra i quali ci piace conservare: “Vorrei essere un cane, una scimmia, o un orso, / O tutto tranne quell’animale vanitoso, / Che è così orgoglioso d’essere razionale”; e a parte le “pennellate” barocche della colonna sonora del solito Michael Nyman, i caratteri dei personaggi appaiono sbiaditi e, come già detto, il contesto finisce per fagocitare la tragica rappresentazione.

E quale miglior fondale dell’epoca di transizione uscita dall’oscurantismo puritano? Il 1660 è una data fondamentale della storia inglese quanto decisiva per il teatro post elisabettiano. La fine delle controversie religiose e politiche culminate nel Puritanesimo e nella dittatura di Oliver Cromwell significò il rientro degli Stuart dall’esilio francese e la restituzione del trono a Carlo II, il quale, rimasto per otto anni presso la corte di Luigi XIV, ne assimilò l’assolutismo, strinse con lui un’alleanza segreta in cambio dell’aiuto economico e ne fu educato alla maniera teatrale francese, influenza questa che gli tornò utile negli anni successivi, anche grazie al suo gusto innato, e all’interesse – non solo artistico – nei confronti delle attrici.

Appena rientrato in possesso del trono, Carlo, sovrano moderno e gaudente al punto da meritarsi l’appellativo di “Merry Monarch”, abolì le restrizioni ai pubblici spettacoli riaprendo i teatri di Londra rimasti chiusi dal 1642 per i diciotto anni della guerra civile e del furore religioso del periodo di Cromwell, favorendo la costituzione di compagnie teatrali, l’adeguamento dei drammi shakespeariani al gusto dell’età della Restaurazione (John Dryden), e l’allestimento delle numerose – e gradite al pubblico – commedie di costume (Comedy of Manners), specchio del cinismo e della mancanza di scrupoli morali della società dell’epoca, caratterizzate da molta franchezza verbale e che sfociavano piuttosto frequentemente in aperte allusioni erotiche.

CLAUDIO LUGI http://credit-n.ru/offers-zaim/platiza-mgnovenniy-zaim-online.html http://credit-n.ru/offers-zaim/glavfinance-online-zaymi.html

Gran Bretagna cerca di attirare comunità gay

Gran Bretagna cerca di attirare comunità gay

(Tratto dal quotidiano Corriere della Sera)

La Gran Bretagna conquista un mercato da miliardi di sterline  STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU’ LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
LONDRA – Storia, fish and chips e gay pride: se una volta la Gran Bretagna si promuoveva proiettando all’estero l’immagine dei suoi castelli, della famiglia reale, del rito del tè con i pasticcini, oggi punta anche sulle stradine di Soho, sul più grande festival omosessuale d’Europa, sugli alberghi esclusivamente per coppie dello stesso sesso. La chiamano la «sterlina rosa» e, secondo gli esperti, vale solo sul versante turismo circa 4,5 miliardi di sterline l’anno.
Una forza economica di tutto rispetto che il Regno Unito, dove dopo le bombe sulla metropolitana dello scorso luglio c’è stato un notevole calo dei visitatori, non può permettersi di non corteggiare. Ecco dunque, sul sito web VisitBritain.com – finanziato in parte dal ministero per la Cultura, l’informazione e lo sport – una sezione dedicata interamente alla Gran Bretagna gay. Il primo re omosessuale? Edoardo II, nel tredicesimo secolo. I diritti gay? La Scozia ne parlava già 400 anni fa. L’età del consenso? Sedici anni, come per gli eterosessuali, uno dei primi Paesi a raggiungere la parità. Sette le città particolarmente gay-friendly identificate dall’ente del turismo. Londra, Brighton, Manchester, Cardiff, Newcastle, Edimburgo e Glasgow.
Per ognuna, i consigli su dove alloggiare, dove mangiare, dove andare, cosa fare, tutto con l’accento su tolleranza e rispetto verso la comunità, o il turista, omosessuale. Se un tempo erano le manifestazioni di San Francisco e il Mardi Gras di Sydney a detenere il primato in fatto di visitatori, oggi il Gay Pride di Brighton, al primo posto in Europa, è in grado di dar filo da torcere. E poi c’è Londra con un universo fatto su misura per i gay: dal cruising di Old Compton Street, ai pub di Earl’s Court, alle camere del Philbeach Hotel. La capitale britannica, dopotutto, è stata la città di Oscar Wilde, di Virginia Woolf, di Sir Ian McKellen. Secondo Jason Pollock, direttore di Pride , organizzazione che offre consulenze ad agenzie di viaggi e società alberghiere su come attrarre clienti gay, il turismo omosessuale a Londra è aumentato in un anno del 40%: «Il sito di VisitBritain ha avuto un grande impatto sul numero di visitatori», ha detto.
Recentemente ha dovuto cambiare tono: se la pagina web era partita ribattezzando il paese l’United Queendom of Britain (dove Queen, oltre che per regina, sta per gay) e precisando che Elisabetta era in buona compagnia, oggi è molto più discreta. Benvenuti nella Gran Bretagna gay, si legge nei colori dell’arcobaleno. È stato frettolosamente tolto anche il riferimento alle gambe depilate di Gavin Henson, campione di rugby gallese che sino alla settimana scorsa veniva citato come una delle ragioni per visitare Cardiff. Nessun commento ufficiale dall’ente del turismo: sembra comunque che la decisione sia stata presa dopo una valanga di proteste, principalmente da esponenti della comunità gay: troppo derisorie le parole del sito.
Paola De Carolis
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